Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Alba nera a Cutro, la storia di Mustaba e dei suoi ‘fratelli’: “Sto bene qui, ma vorrei la mia famiglia. Adesso lavoro in una gelateria” SECONDA PARTE

Mustaba Reza Bourmoghaddam ha 43 anni. Fino a poco più di un anno fa, ricopriva il ruolo di direttore di un noto supermercato del suo paese, in Iran. Ma le idee di Mustaba Reza Bourmoghaddam non piacciono a chi guida il Governo: è un perseguitato, messo nel mirino a tal punto da costringerlo a scappare in Turchia. I suoi detrattori, però, lo trovano anche lì e, per sfuggire alla prigionia, sceglie di imbarcarsi sul caicco della morte. Ma lui ancora non sa che quell'imbarcazione recante la scritta Summer Love è destinata a sbriciolarsi, imbattendosi in un secca che ne causerà la distruzione a pochi passi dalla riva. Non così pochi, in realtà, da permettere ai passeggeri, stipati in ogni angolo del caicco, di potersi salvare. Ci sono anche molti bimbi. Alcuni li conosce, sono figli di suoi amici: glieli hanno affidati per tentare insieme il viaggio della speranza. Loro, non ce la faranno. E a lui, oltre alla drammatica esperienza di aver scacciato la morte a colpi di nuotate e resistenza, resterà per sempre anche questa zavorra emotiva sul groppone. Ma Mustaba Reza Bourmoghaddam non si è fermato, perché ha un grande obiettivo: riuscire a ricongiungersi con la propria famiglia; riabbracciare la moglie e i due figli, di 6 e 14 anni. Per farlo si è ricavato una seconda possibilità in Calabria: lavora in una gelateria e sta iniziando ad apprezzare anche le pietanze locali, che alterna ai piatti tipici del proprio Paese, cucinati anche grazie al contributo della moglie in videochiamata. Per il momento, tanto basta. Ma c'è un solo modo per rendere quel carico meno gravoso: riabbracciare i familiari. Ci sta provando, ci riuscirà.

Di questa e di altre storie, ne hanno parlato i testimoni indiretti di questa vicenda lunga un anno, protagonisti della seconda puntata di Carta saggia dedicata al naufragio di Cutro: pescatori, volontari di associazioni e reti solidali, giornalisti. Tutti insieme per ricordare questa drammatica parentesi di morte. Tutti insieme, sperando che le coste calabresi non si colorino più con il rosso del sangue né con il nero di un'alba che, da queste parti, non era mai stata così scura.

Caricamento commenti

Commenta la notizia