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Morti sul lavoro, è un’ecatombe: in Calabria quasi un decesso a settimana

I dati congiunti di Inail e Osservatorio nazionale: nel 2023 registrate in Calabria 46 vittime

Mazzi di fori e un casco di protezione giallo, con disegnato su un lato un cuore rosso che sanguina, su di uno scalino di una porta d'ingresso della stazione di Brandizzo, dove cinque operai sono morti travolti da un treno

L’ultima tragedia, in ordine di tempo, alla fine della scorsa settimana, in provincia di Cosenza. Caratterizzata dal solito, drammatico cliché: operai che escono di casa e trovano la morte sul luogo di lavoro. Solo nel 2023, tra il Pollino e lo Stretto, si sono registrati 43 decessi: quasi uno a settimana. Un numero che sale a 86 se si prendono in considerazione anche le morti provocate da incidenti mentre si va o si torna da lavoro. Sono i dati diffusi da Santo Biondo, segretario generale di Uil Calabria, che cita le stime “per difetto”, in una elaborazione del Centro Studi della Cub in base a dati dell’Inail e dell'Osservatorio nazionale morti sul lavoro sia di Bologna che di Mestre. Cifre «impressionanti», spiega il sindacalista, pochi giorni dopo l’«ennesima tragedia inaccettabile» che a Frascineto ha visto morire un operaio 55enne schiacciato sotto una lastra di cemento.
Secondo i numeri forniti dall'Osservatorio nazionale di Bologna, spiega Biondo, «le cinque province calabresi non brillano nella tragica classifica dei decessi. Se Reggio Calabria si aggiudica la medaglia di bronzo con 7 morti, fanno peggio Catanzaro (medaglia di latta con 10 morti); Cosenza (22 morti e medaglia di latta); Crotone (6 morti e medaglia di legno) e Vibo Valentia (6 morti e medaglia di legno). Questi numeri ci fanno capire che la situazione è particolarmente critica e peggiora sempre di più mentre il governo fa orecchie da mercante davanti alle nostre richieste».

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