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Un barlume di luce sui nuovi ospedali della Calabria

La Regione recupera 68 milioni dal governo per l’avanzo di gestione nella sanità e li destina alle tre strutture da realizzare

Da un lato il tentativo (naufragato) di inserire nel Milleproroghe una norma che avrebbe consentito alla Calabria di destinare i fondi Covid non rendicontati (circa 250 milioni) ai nuovi ospedali, dall’altro il “tesoretto” di oltre 68 milioni sbloccato dal Ministero della Salute a titolo di risorse dell’avanzo di gestione della sanità calabrese a conto consuntivo 2021. Insomma, dopo la delusione incassata a Montecitorio, una buona notizia destinata a risollevare un po’ il morale su una vertenza, quella dei nuovi ospedali, costellata di difficoltà e brusche frenate.
Un decreto firmato dal governatore-commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto, infatti, conferma che «i Tavoli tecnici di verifica dei ministeri affiancanti che si sono succeduti, hanno accertato e certificato un disavanzo sanitario, per il biennio di esercizio 2020 e 2021, decrescente e inferiore al gettito derivante dalla massimizzazione delle previste aliquote da utilizzare - eventualmente - a copertura di eventuali perdite di esercizi precedenti». Il Dca commissariale pertanto, prende atto che «la situazione economico-finanziaria sanitaria della Regione Calabria, per le annualità di riferimento 2020 e 2021, risulta essere in linea con le previsioni legislative di cui all’articolo 2, comma 6 del decreto-legge 15 ottobre 2013, e che, pertanto, è consentita la possibilità di destinare le risorse in avanzo (68,205 mln di euro) per lo svolgimento di “servizi pubblici essenziali”. Il Dca quindi cristallizza «la restituzione alla Regione Calabria della somma di 68,205 mln di euro, quale avanzo di gestione a seguito dell’accertamento Conto consuntivo 2021, da destinare ad attività sanitarie, ivi comprese quelle di Edilizia sanitaria, anche per la costruzione di strutture sanitarie pubbliche (in 5 particolare, per la prosecuzione e il completamento dei lavori dei nuovi ospedali della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro e di Vibo Valentia, per effetto degli ulteriori oneri sopravvenuti».

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