Bombe, incendi, pistolettate: gli imprenditori vivono sott’assedio. E nel Cosentino subiscono l’offensiva di una criminalità sfrontata e aggressiva che, nonostante i ripetuti copi subiti, non abbassa la testa. Ne è testimonianza l’imprenditore Giovanni Termine, di San Marco Argentano al quale la settimana scorsa hanno sforacchiato a colpi di pistola infissi e finestre di casa a Fagnano Castello e, l’altro giorno, hanno malmenato gli operai della ditta, in un cantiere di Amantea, dando pi alle fiamme l’auto del servizio di vigilanza. Nei mesi scorsi c’erano state altre intimidazini contro le sue aziende. È per questo che il presidente di Confindustria, Giova Battista Perciaccante, ha convocato una riunione urgente degli industriali, a Cosenza. Un incontro organizzato per esprimere solidarietà a Termine (che era presente) al quale erano presenti i vertici confindustriali della Calabria settentrionale.
«La legalità» – ha detto il presidente Perciaccante – «è un valore imprescindibile per tutta la comunità e per ciascun cittadino e rappresenta un fattore chiave per chi fa impresa, produce reddito e distribuisce ricchezza sul territorio. La forte recrudescenza criminale che siamo costretti a registrare, non lascia dormire sonni tranquilli e non consente di garantire la giusta serenità negli ambienti lavorativi e aziendali in cui operiamo. E questo non è accettabile. Quello che serve» – ha continuato il presidente di Confindustria Cosenza - «è una decisa politica di contrasto alla criminalità organizzata supportata da una efficace attività di prevenzione territoriale con il coinvolgimento attivo delle forze sane della società civile ed economica, per garantire i principi della concorrenza leale e della libertà di fare impresa».
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