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Eni rewind: "La bonifica del Sin Crotone-Cerchiara-Cassano possibile solo smaltendo in Calabria"

Il commissario Errigo: "Possiamo farcela anche senza Eni, chiamiamo Esercito" 

Emilio Errigo

«Se la Regione non toglie la clausola del Procedimento autorizzazione unica regionale che ci obbliga a non smaltire i rifiuti della bonifica in Calabria non possiamo iniziare gli scavi perché non sappiamo dove smaltire i rifiuti della bonifica». Lo ha detto Paolo Grossi, amministratore delegato di Eni Rewind, la società che si sta occupando del risanamento ambientale del Sin Crotone -Cerchiara - Cassano, nel corso di un incontro organizzato nell’ex area industriale di Pertusola su richiesta del commissario delegato alla bonifica, Emilio Errigo.

Per la bonifica, ha spiegato Grossi, «Eni Rewind ha già speso 200 milioni e ne ha stanziati altri 300 ed è obbligata a completare l’attività, ma al momento non ci sono le condizioni». Grossi ha proposto tre soluzioni che prevedono però di lasciare i residui della bonifica, quasi un milione di tonnellate tra rifiuti pericolosi, tenorm ed amianto, in Calabria.

«La prima soluzione per rifiuti tenorm e amianto - ha detto - è metterli nella discarica esistente nel sito privato più la discarica privata di Sovreco. L’altra soluzione è una nuova discarica in Calabria, non a Crotone, per tutti i rifiuti oppure solo per il tenorm con amianto e il resto (pericolosi e solo amianto) in altra discarica a Crotone. La terza proposta è la messa in sicurezza delle discariche a mare con tenorm e amianto più l’utilizzo della discarica di Sovreco per rifiuti pericolosi». Tutto però dipende dalla clausola Paur che Grossi ha definito "politica». «Se non possiamo usare Sovreco o fare una discarica di scopo - ha detto - le attività di apertura scavi e smaltimento non possono iniziare. Rischiamo che questo rimanga un punto negativo. Anche perché, e qui sta il paradosso, noi da Crotone non possiamo portare i rifiuti della bonifica a Sovreco dove però arrivano rifiuti simili da altre parti d’Italia perché la discarica di Crotone non è stata chiusa dalla Regione che tuttavia obbliga noi a non smaltire qui». Errigo, dal canto suo, ha sostenuto che «possiamo farcela con o senza Eni anche facendo ricorso alle forze armate».

Errigo: "Possiamo farcela anche senza Eni, chiamiamo Esercito"

Il generale in pensione della Finanza chiamato dal governo a gestire la bonifica dell’area industriale di Crotone, ha sottolineato la necessità di arrivare a tutti i costi al traguardo: «Non ho intenzione di lasciare per altri 20 anni questa vergogna. Ho chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di potermi avvalere delle forze armate e di polizia in extrema ratio. Se serve, mi avvarrò di questa possibilità. Crotone è come se fosse stata bombardata da una guerra nucleare e biologica, per me questa è una operazione di difesa civile che vuole decontaminazione suoli e se è necessario farò intervenire le forze armate». Errigo ha ribadito quella che è la sua soluzione: «i rifiuti non devono rimanere nel sito. A Crotone potrebbero rimanere secondo me solo i residui del processo di trattamento una volta che vengano abbattuti tutti i carichi inquinanti. Penso a soluzione di soil washing, trattamento massivo con sostanze ammesse da legislazione europea per abbattere carichi inquinanti presenti. E poi confluire i rifiuti dopo i processi di trattamento in casse di colmata con caratteristiche come quelle che servono per confinare rifiuti radioattivi. La scienza ci deve aiutare».

 

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