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L’Autonomia fa litigare i partiti: Calabria al centro delle tensioni

Calabria epicentro delle tensioni politiche sulla riforma dell'Autonomia differenziata. Il disegno di legge che porta la firma del ministro leghista Roberto Calderoli è pronto infatti a incassare il primo ok al Senato. Il 21 novembre la commissione Affari costituzionali voterà il mandato al relatore, mettendo così il primo sigillo. Filerà tutto liscio in Aula? Le avvisaglie dicono il contrario. Martedì scorso il forzista Mario Occhiuto ha votato a favore di un emendamento delle opposizioni di centrosinistra sulle vecchie intese tra Regioni e governo sui livelli essenziali delle prestazioni, convinto che «alla luce della riforma dell'autonomia, non possono essere date per acquisite» come invece prevede il testo. Da qui la tensione con la leghista Daisy Pirovano che gli avrebbe chiesto se non si vergognasse per quel voto in dissenso. Occhiuto si sarebbe difeso dicendo - secondo quanto riferito - che lui non sarebbe «un pecorone».
Al netto delle schermaglie, la presa di posizione di Occhiuto è la conferma del cambio di atteggiamento dei forzisti nei confronti del provvedimento. La strada è stata tracciata nei giorni scorsi dal governatore Roberto Occhiuto: «Prima si definiscano e si finanzino i Lep, dopodiché si può procedere con l'Autonomia». Si tratta di una linea condivisa dai due Occhiuto con il vicepremier Antonio Tajani e gli altri presidenti di Regione azzurri che, in qualche modo, è destinata a scontrarsi con la volontà della Lega di arrivare all'approvazione finale del provvedimento prima delle Europee di giugno 2024. Non è un caso che, in maniera nemmeno troppo sibillina, il presidente della Giunta regionale abbia fatto appello nei giorni scorsi «alle doti di buon senso e all’equilibrio» della premier Giorgia Meloni. Si tratta, in sostanza, di un tentativo (tardivo?) di provare a cementare uno schieramento in nome della difesa degli interessi del Mezzogiorno.
Tutto questo avrà ripercussioni sulla coalizione che governa anche in Calabria? C'è chi giura di “no”. Eppure il magma si muove sotto la cenere.

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