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Porto di Gioia Tauro, calma apparente. Si aspettano risposte

Sembrano essersi spenti i fari e le polemiche sulla direttiva europea “Ets”. L’Autorità di sistema portuale, che si è esposta in primissima linea sulla vicenda, è in attesa di capire che succederà. Aponte, invece, tace

Sembrano essersi spenti i fari e le polemiche sulla direttiva europea “Ets” che puntando sul rispetto dell’ambiente, imporrà a partire dal 2024 sulle compagnie di navigazione che non rispettano i nuovi standard tariffe gravose sugli scambi commerciali.
Il porto di Gioia Tauro, che lavora con un solo operatore e si porta dietro l’enigma delle scelte di un armatore che non ha al momento le navi in regola con gli standard europei, continua a sperare in deroghe e soprattutto in meccanismi di compensazione in modo da non perdere fette importanti di traffico in favore soprattutto dei porti Nord Africani.
Il caso dopo le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente durante i lavori del Consiglio Europeo, è all’esame della Commissione Europea che sta esaminando le indicazioni arrivate da Roma anche alla luce delle possibili distorsioni nella concorrenza e soprattutto delle ricadute economiche negative che potrebbero derivare per il territorio dall’applicazione della direttiva “Ets”.
Non sembra potersi seguire il piano “B” caldeggiato dalla Regione e che sarebbe una deroga almeno per Gioia Tauro in quanto la normativa europea non può prevedere specifiche deroghe che porterebbero a una normativa differenziata, mentre è più quotata la strada annunciata dal Governo che chiede «di ottenere che ciò che l’Ets genererà, in termini di gettito fiscale, venga reinvestito nel settore marittimo e non assegnato ad altri programmi di decarbonizzazione differenti».

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