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Calabria, sostegno alle imprese che dicono “no” ai clan. La legge prende forma

Verso il voto in Consiglio regionale. La relazione illustrativa: «Alle Istituzioni compete di stare sempre vicino e sostenere la resistenza dell’imprenditoria sana»

Viaggia verso la discussione in Consiglio regionale la proposta di legge - nata da un’idea dell’imprenditore Antonino De Masi e sottoscritta dai presidenti di tutti i gruppi - finalizzata a dare una premialità e la possibilità di continuare a fare impresa a chi si oppone alle pressioni della criminalità organizzata. Dopo l’ok dell’antindrangheta, il testo è stato calendarizzato all’ordine del giorno della seduta di lunedì prossimo in prima commissione (affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale), per poi compiere anche un passaggio in seconda (bilancio, programmazione economica e attività produttive).
A gettare il sasso nello stato era stato De Masi, lo scorso il 20 settembre, inviando la proposta di legge ai vertici di Giunta e Consiglio e a tutti i presidenti dei gruppi consiliari. «Chiedo alla classe politica calabrese – aveva detto l’imprenditore – di farsi promotrice di una norma che consenta di riconoscere in modo concreto e tangibile il valore positivo di chi denuncia concedendogli speranza e diritti. La Regione a nome di tutti i calabresi è chiamata a esprimere concreta solidarietà adottando un provvedimento che metta in chiaro che denunciare conviene ed è sinonimo di solidarietà e vicinanza, non di isolamento».

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