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Calabria, linea dura dei presidi: «Dimensionamento sbagliato»

I dirigenti scolastici che lavorano fuori regione scrivono ai vertici della Regione

Ancora pochi giorni, poi i Piani di dimensionamento scolastico elaborati da Province e Città metropolitana di Reggio dovranno essere consegnati alla Regione. Si tratta di una scadenza importante, destinata a segnare uno spartiacque nel mondo scolastico locale, attraversato in queste settimane da molte tensioni. La Calabria, come è ormai noto, perderà 79 autonomie a partire dal prossimo anno scolastico. Diversi territori, nonostante le indicazioni arrivate dalla Cittadella e orientate a salvaguardare i territori montani e periferici, saranno interessati da fusioni e accorpamenti.
A intervenire sul tema spinoso, stavolta, sono i dirigenti scolastici costretti a “emigrare” che hanno chiesto un incontro al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e all’assessore all’Istruzione, Giusi Princi, oltre che ai sindacati, al fine di trovare soluzioni ad una serie di questioni che non riguardano solo alcune situazioni soggettive ma investono complessivamente l’intero sistema scolastico calabrese. «Ricordiamo a noi stessi - affermano i dirigenti scolastici “emigrati” - che il presidente Occhiuto, alcuni anni fa, quando era un semplice consigliere regionale, si fece promotore di una proposta di legge tendente, attraverso specifiche azioni formative, ad utilizzare giovani calabresi nella pubblica amministrazione della nostra regione allo scopo di “frenare” la progressiva emorragia di cervelli dalla nostra terra».

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