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Operazione Karpanthos, la “pax” imposta dagli Arena tra le consorterie rivali a Petronà

L’influenza esercitata sui sodalizi criminali dallo storico clan di Isola Capo Rizzuto e dai Ferrazzo di Mesoraca

L’inchiesta Karpanthos ha svelato l’esistenza nel Comune di Petronà di due cosche, quella dei Carpino e quella dei Bubbo, legate rispettivamente ai Pane di Belcastro e ai Coco Trovato di Marcedusa. Nell’ordinanza, il gip ha spiegato come le due consorterie, con proiezioni nei territori di Lecco e Genova, attigue e autonome fra di loro, negli anni e in fasi diverse abbiano alternato periodi di reciproca sussistenza, collaborazione e mutuo soccorso, a fasi di forte attrito e tensioni che sono sfociate nell’esecuzione di diversi omicidi, perpetrati sulla scorta delle direttive impartite dagli Arena di Isola Capo Rizzuto e dei Ferrazzo di Mesoraca, da cui entrambi i sodalizi criminali dipendono.
Fra le due famiglie di ’ndrangheta presenti sul territorio di Petronà vi fu una lunga faida, terminata solo nel 2006, grazie all’intervento della famiglia Arena. I collaboratori di giustizia Felice Ferrazzo, Luigi Scalese, Carmine Scarpino, Danny Esposito, Santo Mirarchi Gennaro Pulice, Danilo Monti e Giuseppe Liperoti hanno conclamato l’esistenza delle due consorterie, delineando anche i ruoli dei vari affiliati e citando anche i motivi che in più occasioni avevano determinato l’insorgere di contrasti fra i due gruppi. Motivi legati alla spartizione dei proventi delle estorsioni perpetrate dai sodalizi.

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