Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Don Ciotti sulla 'ndrangheta: "La Calabria non è solo malaffare"

«La 'ndrangheta si è diffusa a macchia d’olio dalla Calabria in tutto il mondo, diversificando gli investimenti e riuscendo a infiltrarsi nell’economia legale. C'è però una Calabria capace di solidarietà e inclusione che va diffusa. Esportare nel mondo l’immagine di una Calabria del malaffare anziché della solidarietà e dell’inclusione, la Calabria coraggiosa!, è qualcosa a cui dobbiamo opporci con tutte le nostre forze». Lo scrive don Luigi Ciotti nel suo editoriale sull'ultimo numero de Lavialibera, rivista di Libera e Gruppo Abele, che in un’inchiesta di copertina offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l’hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka.

Nella rivista si parla dei clan della Locride che con «i criptofonini gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca; che tramite il «denaro volante», sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani; che con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei». «Ne emerge l’immagine di un’organizzazione criminale che - scrive la criminologa Anna Sergi - in casa si dimostra legata alle tradizioni e all’estero all’innovazione imprenditoriale. Germania, Belgio e Portogallo sono alcuni degli Stati europei in cui gli uomini delle cosche hanno messo radici e insediato i loro affari. La peculiarità di questi gruppi nei traffici nel vecchio continente sta proprio nella capacità di sfruttare le opportunità globali di un mercato ricco come quello della cocaina, senza perdere a livello locale i tratti identitari del proprio territorio». Nell’inchiesta di Lavialibera si rivela anche l'intercettazione di un imprenditore vicino ai clan racconta la dualità tra potere locale e reputazione globale: «Io lo sto facendo [investire] qui in Calabria perché c'è molto denaro della droga, perché i calabresi sono più famosi di Pablo Escobar in tutto il mondo per il traffico di cocaina. Queste persone che vivono qui, tu pensi che non hanno soldi, ma hanno più soldi delle banche»

Caricamento commenti

Commenta la notizia