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Il monito del Papa sui Seminari, la Chiesa calabrese ora s’interroga

Dibattito aperto sulla formazione dei nuovi sacerdoti

L’idea prende forma il 27 marzo scorso, nella Sala del Concistoro del Palazzo apostolico vaticano. È qui che Papa Francesco esplicita la sua volontà davanti ai vescovi e ai presbiteri calabresi ricevuti in udienza. «Vorrei chiedere a voi vescovi - sono le parole del Pontefice - di fare una scelta chiara sulla formazione sacerdotale: orientare tutte le energie umane, spirituali e teologiche in un unico Seminario. Dico unico. Possono essere due, ma sommati: orientare verso l’unità, con tutte le variabili che ci possono essere ma arrivare lì. Questo non vuol dire annientare i seminari; vedete come fare questa unità».
Il Papa, conversando con il clero calabrese, va oltre: «Non si tratta di una scelta logistica o meramente numerica, ma finalizzata a maturare insieme una visione ecclesiale e un orizzonte della vita sacerdotale, invece che disperdere le forze moltiplicando i luoghi di formazione e tenendo in piedi piccole realtà con pochi seminaristi. Un seminario di 4, 5, 10 non è un seminario, non si formano seminaristi; un seminario di 100 è anonimo, non forma i seminaristi… Ci vogliono piccole comunità, anche dentro un grande seminario, o un seminario a misura umana; che sia il riflesso del collegio presbiteriale. È un discernimento non facile da fare, non facile. Ma si deve fare e si devono prendere decisioni su questo».
Inizia da qui il percorso che potrebbe portare ad accentrare su Catanzaro le funzioni fin qui svolte dai seminari di Cosenza e Reggio Calabria. Una decisione condivisa da buona parte dei vertici della Conferenza episcopale calabra e che sta prendendo corpo tra non poche resistenze di chi è convinto che una scelta di questo tipo possa ulteriormente “svuotare” i territori posti a nord e sud del capoluogo regionale.

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