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Estorsioni tra Crotone e Cosenza: chiuso il cerchio su 36 indagati. A dettare legge erano i rampolli

L’inchiesta “Ultimo atto” della Dda di Catanzaro contro i rampolli della cosca Farao Marincola. Il clan controllava anche le attività dei porti di Cirò Marina e Cariati

Gli arresti e le condanne scattati con l’operazione “Stige” del 2018 non avevano placato gli appetiti della cosca Farao-Marincola di Cirò. Attraverso i rampolli avrebbe continuato a dettare legge a colpi di estorsioni e intimidazioni non solo nel Cirotano, ma anche nei territori limitrofi della provincia di Cosenza come Cariati. È lo scenario delineato dai pm della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio, Paolo Sirleo e Pasquale Mandolfino, nell’avviso di conclusione indagini notificato alle 36 persone coinvolte nell’operazione “Ultimo atto”.
Si tratta dell’inchiesta che, lo scorso 16 febbraio, con 31 misure cautelari detentive eseguite dai carabinieri mise all’angolo i «veterani liberi» e le «nuove leve» del “locale” di ’ndrangheta che avevano preso piede con i capi in carcere: Giuseppe Farao, Silvio Farao e Cataldo Marincola. Invece, è stata stralciata la posizione dell’avvocato Gennaro Pierino Mellea, ex consigliere comunale di Catanzaro, che in un primo momento era finito al centro del blitz. Associazione mafiosa, e poi estorsione, ricettazione, armi, illecita concorrenza e abuso d'ufficio, tutti reati aggravati dal metodo e dalla finalità ’ndranghetistica: di questo devono rispondere a vario titolo gli accusati. Per quanto riguarda Cirò, tra le vecchie conoscenze del clan i pm indicano Luigi Vasamì, in qualità di reggente, affiancato da Giuseppe Romano, Giuseppe Cariati, Francesco Amantea e Gianluca Scigliano. A Cirò Marina, invece, spiccherebbe la figura Cataldo Cornicello come referente della cosca. Cornicello, per gli inquirenti, da faccendiere di Giuseppe Spagnolo, detto “U banditu”, dopo l’arresto di quest’ultimo avrebbe «rapidamente scalato la gerarchia criminale» al punto da diventare la personalità «più rappresentativa dell’organizzazione cirotana». Mentre tra i “rampolli”, i magistrati annoverano Luca Frustillo, Vincenzo Affatato, Davide Critelli e Gianfranco Musacchio.

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