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Gratteri vola a Napoli: la Dda di Catanzaro resta orfana

Il plenum del Csm lo nomina capo della Procura più grande d’Italia con 19 voti a favore. Ora nel capoluogo calabrese si apre la corsa alla successione per guidare la Distrettuale

Il Plenum del Csm affida a Nicola Gratteri la guida della Procura di Napoli, l’ufficio inquirente più grande d’Italia. La decisione di rivolgersi a quello che alcuni addetti ai lavori definiscono il “papa straniero” - non ha mai operato nella Procura partenopea - matura al termine di una votazione che, nonostante Gratteri sia stato sin dal principio il favorito, manifesta differenti sensibilità, dettate in particolare dalla diversità di Napoli rispetto a Catanzaro: 19 i voti al magistrato calabrese (sostenuto da Magistratura indipendente), 8 a Rosa Volpe ( procuratrice facente funzioni a Napoli, sostenuta da Area) e 5 a Giuseppe Amato (procuratore di Bologna, sostenuto da Unicost).
La scelta del Csm va nella direzione di rivolgersi, dunque, a una personalità estranea al territorio, una linea già adottata per le nomine a Roma e Milano.

Gli equilibri Gratteri, 65 anni, prende il posto di Giovanni Melillo, un anno fa nominato a capo della Procura nazionale antimafia proprio in un testa a testa con lo stesso capo della Dda di Catanzaro. A suo favore hanno votato il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato, i laici di centro-destra, il laico di Iv Ernesto Carbone, consiglieri di Magistratura Indipendente, l’indipendente Andrea Mirenda e il togato di Unicost, il reggino Antonino Laganà, mentre il resto del gruppo ha sostenuto Amato.

Le motivazioni Se nel dibattito non sono mancate dunque le voci critiche, per la maggioranza che lo ha appoggiato è stata determinante la profonda esperienza maturata da Gratteri nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale, che con centinaia di rogatorie lo ha portato a instaurare rapporti con Procure di tutto il mondo . Un impegno che anche portato alla cattura di circa 140 latitanti alcuni dei quali fra i 30 più pericolosi. Il consiglio giudiziario di Catanzaro lo ha definito «di straordinaria capacità di organizzazione, grande intelligenza ed eccellente attività di indagine».

Riorganizzazioni A capo dell’ufficio inquirente del capoluogo di regione calabrese, Gratteri ha avviato un’attività di riorganizzazione e potenziamento degli uffici, con l’arrivo di nuovi sostituti procuratori, ottenendo anche la realizzazione della nuova Procura, più sicura e funzionale, oggi autonoma rispetto al palazzo della Corte d’Appello. Da qui ha coordinato le maxi inchieste che hanno caratterizzato il suo mandato, a partire da Rinascita Scott per arrivare alla recente Glicine Acheronte, che nell’area centrale hanno inferto colpi durissimi alle cosche e svelato i contatti tra massoneria deviata, politica, imprenditoria e ’ndrangheta. Per la sede di Catanzaro si apre ora una pagina tutta da scrivere, con la corsa alla successione per raccogliere una pesante eredità professionale.

Non mancano le polemiche Si dice «molto felice che la Procura di Napoli abbia un procuratore» e «certa che la scelta di Gratteri porterà ancora più sicurezza in quei territori» Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia. Ma la parlamentare non entra nel merito delle parole del magistrato calabrese, che in audizione aveva parlato dell’esistenza di alcuni pm «lavativi», facendo riferimento agli orari di ufficio e alla necessità di essere presenti in Procura. Colosimo spiega di non seguire le polemiche su questi temi, «credo che debbano parlare gli atti e gli atti hanno parlato fino adesso. I magistrati fanno un lavoro straordinario, tutti, e sicuramente come in tutte le categorie alcuni lavoreranno più di altri».

 

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