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Scuola al via in Calabria con l’incubo tagli

La prima campanella si avvicina, ma restano i timori per il dimensionamento che minaccia 79 istituti in tutta la regione

«La Calabria reclama da tempo una nuova considerazione che le può derivare solo dalla riduzione del gap esistente con le regioni del Nord nel campo dei risultati di apprendimento e dall’ampliamento delle possibilità dei giovani di trovare nei luoghi natii spazi di realizzazione personale».
Lo sottolinea il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, nel saluto all’universo scuola Calabria in vista della prima campanella che suonerà per 254.495 studentesse e studenti in tutta la regione: 88.959 nel Cosentino, 73.298 nel Reggino, 46.504 nel Catanzarese, 24.490 nel Crotonese e 21.244 in provincia di Vibo. Organizzati in 14.587 aule in tutta la regione. «È stata un’estate pesante, perché viviamo un momento di grandi cambiamenti, dal Pnrr al Dimensionamento che dal prossimo anno scolastico minaccia di portarci via 79 dirigenze in tutta la Calabria, 17 solo nella provincia di Reggio Calabria». Lo racconta il leader calabrese dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Francesco Sacco, dirigente scolastico del Liceo “Giuseppe Mazzini“ di Locri e reggente del Comprensivo di Gerace che coinvolge pure Canolo e Antoninina. Complessivamente circa 300 alunni, quindi abbondantemente meno dei 900 che è la soglia minima prevista dal Piano di Dimensionamento che entrerà in vigore il prossimo anno. Il quale prevede comunque deroghe legate ai centri montani, a quelli più feriti dal rischio dispersione o riferiti alle minoranze linguistiche. E poi altro ancora. Il preside Sacco non crede in un cambio di criteri da Roma che possa abbassare il numero delle scuole tagliate.
«La Regione ha dettato le linee guida, illustrateci dalla voce presidente Princi, anche perché non avrebbe potuto fare altrimenti dopo le indicazioni ministeriali. Se il criterio resta la popolazione scolastica, inevitabilmente il sud soffrirà più delle altre zone d’Italia, perché al calo demografico si aggiunge l’emigrazione», commenta il preside. Il quale, in coda, conferma l’inversione di rotta rispetto agli anni passati, grazie al buon lavoro tanto dell’Ufficio scolastico regionale quanto degli Ambiti territoriali provinciali, che ha permesso di avere in servizio il primo settembre quasi tutti i docenti, compresi i supplenti. Per i quali in Calabria non ci sono gli stessi numeri del nord, poiché molte cattedre sono già occupate dai titolari. Adesso resta la sfida di spendere, bene, i fondi del Pnrr.

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