Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Caro prezzi a Tropea? Gli albergatori ad Occhiuto: “Puntiamo su qualità e servizi. E’ la domanda turistica che ce lo impone”

Il presidente dell’associazione ASALT risponde alle “lamentele” del presidente della Regione sull’aumento dei prezzi che fa scappare il turismo italiano verso l’Albania

Tropea

La Calabria è una regione, anzi una destinazione turisticamente complessa, molto diversa al suo interno e territorio per territorio con differenti livelli di maturità e di investimenti, di consapevolezza e di prospettive, di visioni e di competitività, rispetto alla varietà di target che animano il mercato globale dei turismi. All’interno di questa fotografia difficilmente contestabile, Tropea rappresenta ormai una destinazione riconosciuta che da una parte compete con analoghe località top nazionali ed internazionali e, allo stesso tempo e proprio per questo, contribuisce in modo sensibile a promuovere nel mondo l’immagine e l’offerta complessiva della regione, di tutti i territori, quelli pronti e quelli no.

Per queste ragioni riteniamo che, lasciatosi forse trascinare dal contesto in qualche sua ultima intervista web, il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto debba come minimo interrogarsi di più, con più approfondimento e apertura, su quelle che egli stesso ha definito strategie di marketing territoriale e di posizionamento della domanda e dell’offerta turistica calabrese.

Perché se le affermazioni del Presidente sull’esigenza di riuscire ad intercettare, sulla base dell’esistente, target di visitatori altrimenti diretti, ad esempio, in Albania, potrebbe anche valere per molti territori della Calabria ancora non pronti e competitivi su scala nazionale ed internazionale, sicuramente quell’analisi non può essere calzante con il livello qualitativo di ospitalità complessiva, dalla ricettività ai servizi pubblici, costruito e raggiunto con chiarezza di obiettivi in questi ultimi anni dalla comunità e dalla destinazione Tropea nel suo complesso.

Perché nelle nostre società di mercato e quindi nel mercato turistico non sono certo le istituzioni pubbliche a dettare, suggerire o tantomeno imporre i prezzi di beni e servizi locali ma essi sono dettati direttamente dalla quantità e soprattutto dalla qualità reale e percepita della domanda di soggiorno e di servizi offerti, connessi all’esperienza ricercata e vissuta e che va ben oltre il semplice pernottamento o la semplice richiesta di piatti e gelati da consumare.

Nonostante i numeri turistici ad oggi parziali e comunque non corrispondenti alle previsioni ed attese nazionali dei mesi scorsi, Tropea ha comunque registrato (ed anche questa dei dati registrati, misurati ed analizzati dovrebbe essere oggetto di maggiore riflessione regionale) numeri eccezionali, anche nei periodi considerati di punta e ciò perfino contrariamente alle nostre stesse aspettative ed obiettivi dichiarati di arginare l’overtourism, preferendo selezionare target di qualità, più esigenti e quindi più alto-spendenti; esattamente come fa la filiera turistica di località top come Capri, Alberobello o Taormina che pur distinguendosi come consolidate destinazioni del redditizio turismo di lusso (in costante aumento ovunque) contribuiscono parallelamente ad attrarre altri target di visitatori meno-spendenti negli altri territori della Campania, della Puglia e della Sicilia senza per questo indurre i rispettivi presidenti di quelle regioni a sottovalutare o addirittura a contestare strategie e riconoscibilità distintive di quelle singole località.

Serve, infine, una riflessione regionale anche sul segmento del turismo esperienziale e di lusso sia perché non può esserci una regione-destinazione per tutti ti gusti e per tutte le tasche, sia perché alcuni territori calabresi possono già vantare maturità, consapevolezza, investimenti privati e pubblici ed un tasso di competitività non secondo ad altre destinazioni in Italia ed in Europa, sia soprattutto perché ancora una volta i dati confermano che mentre le località top come Tropea fanno registrare numeri in sensibile aumento da gennaio a dicembre, altrove si registra decrescita e ovviamente nessuna destagionalizzazione.

Caricamento commenti

Commenta la notizia