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Enti locali della Calabria, migliorano i conti. Ma le criticità sono ancora tante

Quadro in chiaroscuro nella relazione della Corte dei Conti. Resta elevatissimo il numero di Comuni in dissesto o riequilibrio. Monito sull’Autonomia: politiche fiscali territoriali non sufficienti

Pandemia e ristori, crisi geopolitica e rincari energetici sono tra i principali “protagonisti” dell’andamento dei conti degli enti locali, sulla cui gestione ha puntato i riflettori la Sezione autonomie della Corte dei Conti. La relazione si sofferma sui bilanci di Comuni, Province e Città metropolitane, indicando le tendenze in atto e soffermandosi anche sulle differenze tra territori. Pure in questo caso, il divario Nord-Sud si fa sentire, anche se non mancano segnali positivi nel Mezzogiorno, pur sempre immerso in criticità di rilievo.

Il contesto

Gli enti locali nel 2022 hanno contribuito alla riduzione del disavanzo delle pubbliche amministrazioni con un avanzo di 1.433 milioni di euro, in miglioramento di 454 mln rispetto al 2021. Migliorano le entrate, anche grazie al contributo degli investimenti del Pnrr ma non solo: in ripresa anche i tributi come addizionale comunale Irpef, Tari, imposta di soggiorno. Elementi che si registrano anche al Sud.
Guardando alle entrate correnti accertate, spiega la Corte nella sua relazione, «spiccano le variazioni positive 2020-2021 registrate nei Comuni calabresi (+3%)», mentre si registra una flessione della riscossione, nello stesso periodo, probabilmente legata alla sospensione dei pagamenti durante la pandemia.

Cambiano gli equilibri

Per le Regioni del Centro-Sud, in difficoltà nell’esercizio 2019, «si riduce sensibilmente la percentuale di enti con equilibrio complessivo negativo, in alcuni casi fino alla metà del valore iniziale: la Calabria passa dal 64% del 2019 al 23% nel 2021». Questo potrebbe anche essere l’effetto dei ristori Covid ed energia, che hanno portato a miglioramenti già nell’esercizio 2020.

I quadri più critici

Al di là di tali miglioramenti e delle possibili motivazioni - tra l’adeguamento alla stringente contabilità armonizzata e il “doping” dei ristori - si conferma la connotazione territoriale delle criticità.
La Sezione autonomie afferma che «in Sicilia, Calabria e Campania, il fenomeno presenta caratteristiche strutturali, che investono la tenuta stessa del sistema multilivello. Tra il 1989 (anno di istituzione del dissesto finanziario, ndr) e il 2022 in Calabria sono state attivate 307 procedure di dissesto e di riequilibrio», segue la Sicilia con 201. Emerge quindi che «in Calabria il 51% dei Comuni ha attivato una delle due procedure contro lo squilibrio finanziario». La Corte fa anche qualche esempio, e cita «Cosenza che, in presenza di un dissesto ancora aperto, ha attivato una procedura di riequilibrio», prendendo poi a “modello” anche Vibo Valentia e le difficoltà riscontrate nel risanamento dei conti, ancora di là da venire.

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