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Diminuite in Calabria le richieste di ristoro per le vittime di mafia

I dati del Ministero dell’Interno. Trend in controtendenza rispetto a quello nazionale che attesta un aumento

Ovunque in Italia si registra un aumento delle domande di ristoro delle vittime di reati mafiosi, tranne che in Calabria e in pochi altri territori. Il dato viene fuori dalla relazione del Viminale relativa al 2022, dalla quale per la Calabria si evince un calo in controtendenza rispetto ad altre regioni. Le domande infatti sono state 546 dalla Sicilia (il 75 %) con un aumento di 195 istanze rispetto all’anno precedente; 76 dalla Campania (il 10,5%), con una diminuzione nel raffronto con il 2021 di 59 domande; 46 dal Lazio (il 6,3%), 15 in più rispetto al precedente anno; 30 dalla Puglia (poco più del 4,1%) con un incremento di 14 istanze rispetto all’anno precedente; 20 dalla Calabria (il 2,8%), 6 in meno rispetto a quelle dell’anno precedente.
In totale dal primo gennaio al 31 dicembre 2022 sono pervenute 728 istanze di accesso al Fondo di rotazione presentate dalle vittime dei reati di tipo mafioso. Dopo un periodo di calo delle domande nel 2020, nel 2022 si è confermata la tendenza di crescita già riscontrata nel 2021: sono infatti pervenute nel 2020 in totale 410 istanze, nel 2021 sono state 575 e 728 nel 2022, con una percentuale quasi doppia del 2020.
Delle 20 istanze calabresi arrivate al Ministero dell’Interno 8 provengono dall’area metropolitana di Reggio. Si tratta di un trend costante in tal senso, ma allo stesso tempo sproporzionato rispetto alla presenza della criminalità organizzata nel territorio. Non a caso, si tratta di un beneficio disciplinato dallo Stato anche per favorire una ribellione rispetto allo strapotere delle cosche.

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