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Statale 106 in Calabria, l’incognita dei fondi. Le varianti restano una chimera

Il traffico estivo manda in tilt la vecchia strada nelle aree turistiche. Informativa del ministero delle Infrastrutture davanti al Cipess. Non c’è ancora una delibera che “blindi” i 3 miliardi già stanziati

Un automobilista che si trovi a percorrere la fascia ionica calabrese da Rocca Imperiale a Reggio Calabria non ha alternative: può utilizzare solo la Statale 106. Per la gran parte il vecchio tracciato, a carreggiata unica, mentre le poche varianti a quattro corsie sono limitate a singoli tratti che non uniscono nemmeno i territori di due province. A tal proposito, l’unica possibile novità futura, al momento, sarebbe la realizzazione del tracciato tra Catanzaro e Crotone, sul quale c’è però l’incognita dei fondi. La legge di Bilancio 2023 ha in verità stanziato 3 miliardi di euro (peraltro spalmati in 15 anni), ma fino a quando una delibera Cipess non blinderà tali risorse (come avvenuto nel 2018 per i lavori del Megalotto 3 Sibari-Roseto Capo Spulico) un fondo di scetticismo continuerà a permanere. Se non altro per la storia di lentezze e stralci che ha caratterizzato finora l’ammodernamento di questa strada, costellata di croci e fiori in ricordo delle centinaia di vittime di incidenti stradali.

A passo di lumaca

La 106 si presenta in effetti agli automobilisti con tutti i suoi pregi e difetti. Sul primo fronte, in verità, c’è poco da cercare, forse qualche scorcio paesaggistico accattivante, la comodità di avere centri abitati e servizi a pochi passi. Ma proprio quest’ultimo aspetto è già l’altra faccia della medaglia, che porta direttamente al campo dei difetti: il tracciato che si snoda lungo i centri costieri è infatti stretto e poco sicuro, in particolare per i pedoni, con vecchi e angusti ponti risalenti agli anni ’30 nel comprensorio soveratese; soprattutto in estate la circolazione rallenta a passo d’uomo, con incolonnamenti chilometrici in prossimità dei centri turistici e commerciali del litorale: questo vale nel Reggino, nel basso e alto Ionio catanzarese, in provincia di Cosenza. I tempi di percorrenza si allungano così a dismisura e un appuntamento per una colazione di lavoro rischia di trasformarsi in un tè delle cinque.

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