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Treni fermi per i roghi e passeggeri a piedi: caos e proteste. E a Siderno un ferroviere ospita una famiglia per la notte

«Un’odissea» la definisce una nostra lettrice, e come darle torto se per di più l’ha vissuta con bambini piccoli, uno dei quali di appena tredici mesi. «Organizzazione vergognosa», aggiunge una utente su Facebook. Entrambe sono finite, loro malgrado, tra le vittime della maledetta combinazione tra incendi e mancanza di tempestività nell’individuazione di soluzioni alternative per garantire il trasporto pubblico.
La storia. Tutto ha avuto inizio sabato pomeriggio, quando a causa degli incendi è stata interrotta la circolazione dei treni sulla linea ionica reggina. Racconta Valeria Roffo con una lettera inviataci in redazione: «Sabato decidiamo, con la mia famiglia (figlia di 6 anni) e una coppia di amici con due bambini di 9 anni e 13 mesi, di trascorrere una giornata al mare a Siderno. Partenza da Reggio con treno Intercity 564 , tutto perfetto; ritorno ore 18.16 da Siderno per Reggio e lì inizia l'incubo: arrivati in stazione alle 18, il tabellone portava già 60 minuti di ritardo, poi 100 minuti e più tardi “soppresso”». Ma il peggio deve ancora venire. «Quello delle 18.16 – continua la nostra lettrice – era l'ultimo treno per Reggio. La temperatura superava i 40 gradi». L’atmosfera, in assenza di informazioni e di assistenza, si è fatta sempre più tesa: «Abbiamo avvisato anche i carabinieri, che ci hanno detto che ci avrebbero fatto sapere, ma nessuno ci ha più chiamato per darci un’idea se c’era un pullman predisposto dalle stesse Ferrovie per recuperare i viaggiatori. Nel frattempo a turno facevamo spola per procurarci acqua fresca per i bambini, tra cui ripeto un bambino di 13 mesi».

Ed ecco la soluzione, del tutto improvvisata e affidata al buon cuore di un ferroviere. «Alle 21 – racconta Valeria Roffo – un ferroviere che rientrava dal mare ci ha chiesto perché eravamo davanti alla stazione e, “vergognandosi” del comportamento delle Ferrovie, si è offerto di ospitarci a casa sua. Alle 21.16 mi arrivava un sms che comunicava la soppressione del treno, un ipotetico pullman che avrebbe dovuto portarci a casa e un numero verde per chiedere informazioni. Mi fa strano pensare che le Fs si siano disinteressate di tutti quei passeggeri fuori delle stazioni, con un caldo insopportabile. Ma per tanto disservizio, voglio fare un elogio al ferroviere che, oltre ad averci ospitato a casa sua, ha fatto di tutto per cercare di reperire qualsiasi informazione per aiutarci». In casa del “benefattore” la nostra lettrice e i suoi compagni “di odissea” hanno passato la notte. «Giusto per chiarezza siamo tornati domenica mattina alle ore 8.44», si congeda Valeria. Alla quale magari qualche risposta – e qualche scusa – sarebbe dovuta.
Così come all’attivista Francesca Panuccio, che si sfoga sui social, anche lei sabato sera: «Sono le 22.07 e finalmente dopo due ore di attesa è arrivato il pullman sostitutivo, a causa della soppressione di vari treni visto gli incendi ancora in atto in area grecanica». Peccato che ottanta passeggeri sul primo pullman non siano entrati, e che in tanti ne abbiano dovuto aspettare a lungo un secondo. «Questa – scrive Panuccio – è il modo di accogliere e risolvere con tempestività le criticità di Trenitalia. Grazie ai due agenti di polizia e alla dipendente di Trenitalia che si è fermata ad assisterci, oltre l’orario di lavoro».

 

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