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La Calabria brucia. Di fuoco e di rabbia. Occhiuto: "L'ignoranza non si spegne"

Nel Reggino animali uccisi e casolari distrutti, minacciate aree protette nel Parco d’Aspromonte. Spesso la matrice è dolosa, montano le polemiche

Una domenica bestiale, e forse peggio. Perché la giornata di ieri, che ne segue almeno altre tre del tutto simili, è stata segnata come poche altre dalla furia del fuoco alimentato da caldo (picco di 41,8 gradi alle 14 a Reggio), vento e vera e propria delinquenza. Quasi 150 gli interventi dei Vigili del fuoco in appena ventiquattr’ore: dal Pollino allo Stretto, nulla è stato risparmiato. E il bilancio - ancora assolutamente provvisorio - parla di case evacuate, costruzioni distrutte, coltivazioni divorate dalle fiamme, animali morti.
Già dalla prima mattina i Vigili del fuoco contavano 70 incendi, che hanno impegnato tutti e cinque i comandi provinciali. Su 8 roghi all’opera i mezzi aerei della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione civile. E per fronteggiare la situazione, su richiesta della sala operativa regionale, il Centro nazionale ha disposto l’invio di uomini e mezzi dal comando di Messina e di due moduli di colonna mobile in assetto Aib da Campania e Lazio in supporto al dispositivo di soccorso messo in campo dal comando di Reggio Calabria.
Nel Reggino la situazione più difficile è segnalata a Montebello Ionico dove le fiamme si sono avvicinate anche ad alcune case, mentre a Motta San Giovanni le fiamme si sono propagate all’interno di un capannone agricolo utilizzato come stalla e per il rimessaggio di foraggi; morti alcuni animali. Situazioni di allarme anche a Roghudi, Saline Ioniche e Campo Calabro, dove i roghi hanno raggiunto l’officina di una nota casa automobilistica e l’adiacente deposito di una ditta: il tempestivo intervento delle squadre del comando di viale Europa ha scongiurato che le fiamme si propagassero all'interno dei capannoni e agli automezzi presenti nei piazzali. Minacciate pure alcune aree in zona protetta, all’interno del Parco dell’Aspromonte, già segnato due anni fa da danni enormi (si attendono ancora gli indennizzi) e soprattutto dalla perdita di vite umane.
Ad aggravare l’emergenza, sempre nel Reggino, è la carenza d’acqua nell’hinterland del capoluogo a causa tra l’altro di una perdita record nella condotta collegata al torrente Tuccio che serve molti centri della Ionica. Oggi - previsti ancora 40 gradi - ci sarà il blocco dell'erogazione per consentire la riparazione: Sorical prevede disservizi a San Lorenzo, Melito, Roghudi, Montebello e Pellaro di Reggio.
In provincia di Catanzaro, interventi tra il Soveratese e il Lametino. In parecchi casi si sospetta una matrice dolosa dei roghi. E a proposito dal Crotonese, per l’esattezza a Petilia Policastro, arriva una denuncia pubblica - tramite social - del presidente della Regione, Roberto Occhiutio: «Un uomo, che l’autorità giudiziaria identificherà, stava bruciando plastica e altro materiale infiammabile vicino ad alberi di ulivo secolari. È da questi sciagurati e vili comportamenti che nascono poi la stragrande maggioranza degli incendi». Lo stesso Occhiuto - che della lotta ai piromani ha fatto una bandiera così come quella a chi inquina il mare - ha sottolineato che «il fuoco è stato prontamente spento», ma «l’ignoranza ancora no». Infine, dal governatore, «un particolare ringraziamento a tutti i volontari per lo straordinario lavoro che stanno svolgendo quotidianamente per difendere il nostro territorio». E la battaglia continua...

 

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