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Calabria, chiusura della Ionio-Tirreno: stop alla condivisione dei servizi sanitari

È il destino che attende i pazienti degli ospedali “spoke” di Locri e Polistena, che da anni interagiscono nell’erogazione di prestazioni. L’assessore Calabrese: ho chiesto di rinviare a fine anno anche i lavori nella galleria “Torbido”

Da ospedali indipendenti (e punti di riferimento dei rispettivi territori) a strutture sanitarie “complementari”. È il destino degli ospedali “spoke” di Locri e di Polistena, che da anni ormai condividono l’offerta sanitaria di buona parte del territorio metropolitano, interagendo nell’erogazione di prestazioni sanitarie, siano esse esami diagnostici o presa in carico di pazienti, provenienti da territori un tempo non vicinissimi. Del resto, la stessa dg dell’Asp reggina, Lucia Di Furia, anche di recente ha ribadito in pubblico che «l’Asp è una sola e non si può ragionare in termini di “noi” e “voi”». Insomma si applica anche ai servizi sanitari, una sorta di sussidiarietà orizzontale, in virtù della quale le prestazioni che non può erogare il “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena si trovano invece all’ospedale di via Verga a Locri. E viceversa.
Tutto possibile, fino a oggi, se i pazienti che vengono “dirottati” da un ospedale all’altro possono raggiungere agevolmente l’ospedale più lontano, o se i degenti ricoverati vengono accompagnati per esami e altre prestazioni tramite autoambulanza. Che sarà anche anti-economico e costoso, ma appare l’unica via percorribile. Almeno fino a quando rimarrà aperta e transitabile la strada di grande comunicazione “Ionio-Tirreno” che, invece, a fine anno è destinata a chiudere per almeno venti mesi... il tempo necessario di realizzare i lavori già finanziati per 35 milioni e affidati sulla galleria della “Limina”, i tre chilometri più inquietanti d’Italia, in cui infiltrazioni d’acqua, bassa visibilità causata anche dal ristagno dei gas di scarico dei mezzi in transito e una carreggiata parecchio ristretta, fanno rimanere col fiato sospeso chi si deve spostare dal versante ionico del territorio metropolitano a quello tirrenico. E viceversa.
Appare evidente che dopo la chiusura del valico, sarà impossibile fare interagire i due ospedali “spoke”. A meno che non trovi applicazione la soluzione ipotizzata dall’assessore al Lavoro della Regione, Giovanni Calabrese, fino a pochi mesi fa sindaco di Locri, che a maggio fece il pieno di consensi dopo il suo intervento per rinviare a settembre i lavori programmati, a partire dallo scorso giugno, nell’altra galleria, la “Torbido”, un centinaio di metri pieni d’infiltrazioni d’acqua che mettono a rischio la tenuta della volta.

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