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Rapporto Istat sulla Calabria: spendiamo poco per i bambini. Perdiamo laureati e tanta... acqua

L’Istat racconta l’Italia e la Calabria in pagine e grafici del Rapporto annuale 2023 che fotografa il paese e le singole province in vari settori. Interessanti i focus regionali, e locali, dedicati ai servizi educativi, alle migrazioni dei giovani anzitutto laureati che sempre più numerosi abbandonano il sud per cercare realizzazioni professionali e costruirsi una vita nel nord e nel centro Italia, quindi l’atavico problema delle perdite idriche, le rendicontazioni sociali degli enti pubblici e altro ancora.

Attenzione ai bambini

Una statistica, a esempio, cristallizza il numero di posti pubblici e privati nei servizi socio-educativi per la prima infanzia (0-2 anni) per provincia e tipo di comune (capoluogo/non capoluogo) nel 2021. Si tratta dei servizi educativi per la prima infanzia (asili nido, sezioni primavera e servizi integrativi per la prima infanzia). I comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana dispongono, in media, di circa 35 posti ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni (35,3), mentre i comuni non capoluogo non arrivano a 25 posti (24,9). La realtà calabrese è un tantino differente: nel Cosentino, nei comuni non capoluogo, 12,7 posti per 100 bambini. A Cosenza città si sale a 20,3. Nel Catanzarese, 11,5 nei comuni non capoluogo e 24,1 in città. A Reggio, 13,2 in provincia e 19 in città. Nel Crotonese i rapporti di forza sono opposti: 16,8 in provincia e 15,9 in città, nel Vibonese 12,8 in provincia e addirittura 32 in città.

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