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Inchiesta Reset: gli affari delle cosche cosentine svelati da vecchi e nuovi pentiti

Racconti scottanti. In questa torrida settimana di metà luglio si sono svolte diverse udienze preliminari nell’ambito della maxinchiesta “Reset” che già oggi potrebbe concludersi con un primo verdetto. Infatti, il gup Fabiana Giacchetti, al termine delle ultime arringhe difensive, nel pomeriggio di oggi potrebbe pronunciarsi in merito alle posizioni degli indagati che hanno scelto il rito ordinario, che sono oltre 150.
Mentre, più di cento sono gli imputati che hanno fatto richiesta di abbreviato e per loro le discussioni dovrebbero, invece, iniziare il prossimo 18 settembre. Si tratta dell’inchiesta della Dda di Catanzaro con la quale il primo settembre di un anno fa è stato inferto un duro colpo ai clan confederati del Cosentino. Un’indagine complessa e delicata, coordinata dal procuratore capo della Dda Nicola Gratteri, che vede indagate 252 persone tra esponenti delle ’ndrine del Cosentino, ma anche politici e amministratori eccellenti come il sindaco di Rende, Marcello Manna (al momento sospeso); l’ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Rende Pino Munno e l’assessore comunale di Cosenza Francesco De Cicco.
A parlare dei presunti interessi e affari tra clan e politici sono stati vecchi e nuovi pentiti delle cosche bruzie i cui verbali sono finiti nell’inchiesta.

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