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Giro di vite sull’edilizia sociale in Calabria. Proposta di legge in Consiglio regionale

Sostegni ai soggetti attuatori per la rimodulazione del quadro tecnico economico. Niente contributi per chi a marzo 2024 non ha un avanzamento dei lavori pari al 35%

Il sostegno finanziario da un lato, una stretta sui controlli e sull’erogazione di ulteriori contributi dall’altro. La Regione prova a rimettere ordine nel complesso mondo dell’edilizia sociale. Lo strumento scelto per intervenire è una proposta di legge, da poco depositata in Consiglio regionale e firmata dagli esponenti di maggioranza Filippo Mancuso, Pierluigi Caputo, Francesco De Nisi e Pietro Raso, finalizzata a rendere più stringente l’applicazione di alcune norme nel settore.
Gli ultimi avvenimenti, legati alla restrizione del credito bancario ed agli ingiustificati fenomeni di aumento dei tassi di interesse e dei costi, hanno inaridito le fonti prevalenti di finanziamento dei soggetti attuatori, sia cooperative che società private. D’altra parte la misura dei contributi regionali, in particolare per quelli destinati alla costruzione degli alloggi sociali con la forma tipologica della futura cessione in proprietà, è risultata insufficiente a colmare la mancanza dell’aiuto bancario, finendo per compensare, a volte solo parzialmente, i costi iniziali. «Insomma, acquisite le risorse erogate dalla Regione - sostengono i firmatari del testo normativo -, pari alla metà dei contributi concessi, gran parte degli interventi programmati si sono arenati in uno stato di irreversibile stallo economico-finanziario, al punto o da rinunciare all’avvio dei lavori oppure ad interrompere quelli faticosamente avviati».

Gli altri elementi negativi

A partire dal 2021, a causa di molteplici fattori, alcuni internazionali (pandemia, guerra, emergenza energetica) ed altri nazionali (politiche di spesa per bonus), è subentrato l’imprevedibile e sproporzionato aumento dei costi dei materiali e delle spese correnti di realizzazione degli interventi costruttivi. «Con plurime istanze pervenute alla Regione Calabria - sostengono ancora gli esponenti del centrodestra - a firma dei rappresentanti delle associazioni di categoria nell’interesse dei soggetti attuatori è stata rappresentata la straordinaria eccezionalità e precarietà della situazione economico-finanziaria venutasi a creare, caratterizzata dall’impossibilità di cantierare utilmente gli interventi finanziati e dal contestuale allarme suscitato negli assegnatari che hanno fidato di conseguire il “bene casa”».

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