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Rinascita Scott, la richiesta della procura generale nel processo d'appello: 74 condanne

Il procedimento scaturito dalla maxi inchiesta che ha svelato gli intrecci tra clan vibonesi, imprenditoria e istituzioni

Il procuratore Nicola Gratteri tra i pm Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo

Condannare tutti i 74 imputati, questa la richiesta avanzata dalla procura generale nel processo d’appello scaturito dalla maxi inchiesta Rinascita Scott. A leggere le richieste, in un’aula bunker di Catanzaro praticamente deserta, è stata la sostituto procuratore Annamaria Frustaci applicata per il processo d’appello insieme al collega della Dda Antonio De Bernardo e alla sostituto procuratore generale Marisa Manzini. Chiesta in sintesi la conferma della sentenza emessa dal gup Claudio Paris il 6 giugno del 2021 al termine del processo con rito abbreviato. La pubblica accusa ha però anche chiesto di ribaltare il verdetto assolutorio deciso in primo grado per 4 imputati e di riformulare la pena per un altro imputato.

Pugno di ferro

Tra le assoluzioni che la Procura ha chiesto di cancellare è compresa quella dell’avvocato e imprenditore Vincenzo Renda. Nei suoi confronti è stata chiesta una condanna esemplare a 10 anni e 10 mesi. Renda è finito nella maxi inchiesta perché accusato di associazione mafiosa quale partecipe della cosca Mancuso alla quale – in qualità di direttore tecnico e comproprietario della società “Genco Carmela e Figli srl” e amministratore unico delle società “Calfood srl” e “Itc Srl” – avrebbe devoluto somme di denaro traendone il vantaggio di imporsi sul territorio in posizione dominante. In aula il massimo della pena richiesta è stata a 20 anni di reclusione. È stata avanzata per Pasquale Gallone considerato elemento apicale della della cosca al vertice dell’intera consorteria vibonese, considerato il braccio destro del boss Luigi Mancuso (imputato nel processo con rito ordinario), colui che avrebbe veicolato le direttive del capo ai sodali della cosca. Rischiano venti anni di carcere anche Domenico Macrì, Luciano Macrì, Saverio Sacchinelli, Francesco Antonio Pardea, Gregorio Niglia. Il magistrato, inoltre, ha chiesto per il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso e Giuseppe De Certo (condannati in abbreviato rispettivamente a un anno e due mesi e due anni) l’assorbimento di due capi di imputazione che riguardano, in realtà un unico reato: la coltivazione di canapa indiana, ai fini di cessione, di un terreno in località Cafuna di Nicotera. Gli imputati devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, tentati omicidi, narcotraffico, intestazione fittizia di beni, estorsione, corruzione, danneggiamento, detenzione illegale di armi ed usura.

Le richieste della Dda

Alessandria Serafino, alias “Pitta” 14 anni e 8 mesi;
Arena Bartolomeo 4 anni e 8 mesi;
Baldo Manuele Michele, 2 anni;
Barba Raffaele Antonio Giuseppe, “Pino Presa”, 12 anni;
Belsito Luca, 16 anni;
Belvedere Lucio detto “Luciano” 3 anni e 4 mesi;
Camillò Domenico 15 anni e 4 mesi;
Camillò Michele 4 anni;
Cannatà Gaetano Antonio, alias “Sapituttu”, 3 anni e 8 mesi;
Carchedi Paolo 12 anni;
Cariello Carmela detta “Melina”, 4 anni e 6 mesi;
Cavallaro Gianluigi, 5 anni;
Chiarella Carmelo 13 anni;
Cracolici Domenico, 10 anni e 8 mesi;
D’Andrea Carmelo Salvatore, alias “Coscia D’agneiju” 13 anni e 4 mesi;
D’Andrea Giovanni Claudio, 12 anni e 8 mesi;
D’Andrea Pasquale Antonio, 4 anni e 4 mesi;
De Gaetano Fabio 6 anni;
De Gaetano Nicola 2 anni e 4 mesi;
De Stefano Orazio 8 anni e 8 mesi;
Di Miceli Filippo 14 anni;
Dominello Michele 14 anni e 8 mesi;
Fiorillo Michele “Zarrillo” 5 anni;
Franzè Nazzareno “Paposcia”12 anni;
Galati Michele 4 anni;
Gallone Cristiano 3 anni e 8 mesi;
Gallone Francesco 11 anni e 3 mesi;
Gallone Pasquale 20 anni;
Gasparro Gregorio 16 anni;
Gasparro Francesco 2 anni;
Gentile Sergio 14 anni;
Iannello Francesco, 5 anni;
Lo Bianco Leoluca 12 anni;
Lo Bianco Maria Carmelina 1 anno e 4 mesi;
Lo Bianco Nicola 10 anni e 8 mesi;
Lo Bianco Salvatore “u Gniccu” 10 anni e 8 mesi;
Lopreiato Giuseppe 14 anni e 8 mesi;
Macrì Domenico “Mommo” 20 anni (in foto);
Macrì Luciano 20 anni;
Manco Michele 12 anni;
Mantella Vincenzo 12 anni;
Mazzeo Nicolino Pantaleone 14 anni;
Mazzotta Mariangela 10 mesi e 20 giorni;
Morgese Rossana 3 anni e 4 mesi;
Morgese Salvatore, 10 anni e 8 mesi;
Niglia Gregorio “Lollo” 20 anni;
Orecchio Filippo 13 anni e 4 mesi;
Palamara Emiliano 6 anni e 8 mesi;
Panetta Costantino 4 anni;
Pardea Francesco Antonio 20 anni;
Pardea Domenico 16 anni;
Patania Antonio 12 anni;
Polimeno Lorenzo 8 anni e 8 mesi;
Prestanicola Andrea 12 anni e 4 mesi;
Prestia Domenico 10 anni e 8 mesi;
Pugliese Carchedi Michele 14 anni e 8 mesi;
Rizzo Giovann 12 anni;
Sacchinelli Saverio 20 anni;
Salamò Giuseppe Antonio 1 anno e 8 mesi;
Scriva Giuseppe 12 anni;
Lulezim Shkurtaj 6 anni;
Tavella Pasquale 1 anno e 4 mesi;
Tulosai Salvatore 12 anni;
Vanacore Paolo 3 anni;
Vardè Francesco 5 anni e 4 mesi;
Vitrò Luigi Leonardo 3 anni
Chiesta la riforma
Chillà Emanuela 3 anni (assolta in abbreviato)
Di Virgilio Antonio 3 anni e 10 mesi (assolto in abbreviato);
Fiumara Maurizio 1 anno e 6 mesi (assolto in abbreviato);
Renda Vincenzo Alberto Maria 10 anni e 10 mesi (assolto in abbreviato);
Mazzotta Francesca 4 anni (1 anno in abbreviato).

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