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Perquisizioni sui bus dei tirocinanti calabresi in viaggio per Roma, l'USB non ci sta

La nota del sindacato USB

Questa notte, tre pullman sono partiti dalla Calabria alla volta di Roma con a bordo centinaia di tirocinanti pronti a manifestare per pretendere diritti e dignità. Alle porte della capitale un numero esorbitante di poliziotti in assetto antisommossa ha bloccato il convoglio sottoponendo lavoratori, lavoratrici e minori a controlli e perquisizioni serrate per ore. Durante le perquisizioni, senza alcun testimone, le forze dell'ordine hanno rinvenuto una confezione di petardi in uno dei pullman.

Nelle nostre borse ci sono soltanto bandiere e panini, ma la Questura di Roma, in piena continuità con quella che è stata la gestione del dissenso e della protesta in questi mesi, cerca il pretesto per criminalizzare lavoratori e lavoratrici che campano con 500 euro al mese, senza tutele e senza diritti, impedendo loro di manifestare pacificamente contro una condizione che calpesta la dignità di migliaia di famiglie calabresi. Siamo ancora bloccati alle porte di Roma, centinaia di persone (tra cui anziani e bambinj) impossibilitate persino ad utilizzare i servizi igienici. Arriveremo a Roma, costi quel che costi, perché i nostri diritti ce li dobbiamo riprendere, uno per uno, a partire da quello di manifestare per il nostro futuro.

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