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La truffa sulle mascherine: resta ai domiciliari l'ex assessore della giunta Occhiuto Minenna

«Il Gip ha rigettato tutte le nostre richieste - ha spiegato uno dei sui legali, Gianluca Tognozzi - quindi ci siamo rivolti al Tribunale delle Libertà. L’udienza è fissata per il 6 luglio»

Resta ai domiciliari Marcello Minenna, ex assessore della giunta Raggi, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e assessore con Occhiuto in Calabria (le sue deleghe sono state assunte dal presidente della Regione), arrestato il 22 giugno dalla Procura di Forlì, nell’ambito dell’indagine su una truffa milionaria sulle mascherine nei primi giorni del Covid, un traffico di influenze e di scambi di favori. «Il Gip ha rigettato tutte le nostre richieste - ha spiegato uno dei sui legali, Gianluca Tognozzi - quindi ci siamo rivolti al Tribunale delle Libertà. L’udienza è fissata per il 6 luglio».

Secondo i magistrati tra Minenna e l’ex parlamentare leghista e imprenditore, Gianluca Pini, ci sarebbe stato un 'pactum sceleris', un vero patto con scambio di favori: Pini aveva promesso a Minenna di accreditarlo all’interno della Lega in modo che venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva la conferma della nomina a direttore dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio del governo.

Minenna, sostengono i magistrati, «accettava le promesse in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica», in particolare «alle richieste di Pini in occasione di importazione di merci» fra cui le mascherine al centro dell’inchiesta. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia Minenna aveva respinto ogni addebito.

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