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L’emergenza rifiuti a Lamezia e la Multiservizi "fatta fallire"

Le intercettazioni confluite nell’inchiesta “Glicine Acheronte” sul progetto di una nuova discarica

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Nell’estate del 2019 la situazione dei rifiuti a Lamezia era «esplosiva». Non era certo la prima volta e nemmeno l’ultima. In quei giorni però – era la fine di giugno di 4 anni fa – i vertici amministrativi e politici della Regione erano intercettati dalla Guardia di finanza sotto il coordinamento della Dda di Catanzaro mentre, parallelamente, la Digos di Lamezia convocava i burocrati per riferire sulle cause e le possibili soluzioni dell’emergenza in atto. Sia le intercettazioni che le dichiarazioni rese alla Polizia sono confluite negli atti dell’inchiesta “Glicine Acheronte”.
Le conversazioni captate dagli inquirenti risultano interessanti perché, da un lato, gettano un’ombra su alcune presunte manovre attorno alla Multiservizi (la partecipata del Comune di Lamezia che si occupa, tra le altre cose, di rifiuti) e, dall’altro, riguardano la «possibilità – annotano i sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio – di aprire una discarica a Lamezia».

Ciò che sarebbe successo attorno alla partecipata lo affermava il dirigente generale della Regione Domenico Pallaria parlandone con il governatore dell’epoca Mario Oliverio (entrambi sono solo indagati a piede libero, per il secondo il gip ha negato gli arresti domiciliari chiesti dalla Dda). Oliverio faceva riferimento a una certa «turbolenza» rispetto «tutti questi interessi che ci sunu» e Pallaria rispondeva: «Ma chiru u problema è, ci su interessi da ‘maculata capito». E aggiungeva: «A Multiservizi l'hanno fatta fallire, a ficero fallire a Multiservizi (in realtà la società ha avuto una grave crisi finanziaria sfociata in una procedura di concordato, ndr) nu gioiellino era, u vi cum’è gestita sta discarica eccezionale. L'hanno fatta fallire mu favoriscianu allora a Daneco ca a Pianopoli ca». Oltre che con il governatore, Pallaria ne parlava anche con un uomo non identificato che gli prospettava la possibilità di intervenire su «volumetrie disponibili a Lamezia, pari a 30/40000 mc».

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