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Blitz Calabria, il pm su Sculco: "Ex consigliere al centro del sistema clientelare" IL PROFILO

L’operazione odierna di ‘Ndrangheta a Crotone riaccende i fari sulla forza politica ed elettorale esercitata negli anni da Vincenzo Sculco. Una lunga carriera politica alle spalle con incarichi politici rilevanti a livello locale e regionale. Dal 2005 ad oggi, ad eccezione delle ultime regionali del 2021, Sculco è’ sempre riuscito a piazzare il “colpo”: dapprima con la sua elezione alle regionali del 2005, poi come sponsor di Franco Pugliano nel 2010, e ancora nel 2014 e nel 2020 lanciando la figlia Flora eletta consigliere regionale due volte.

Il profilo

Alle regionali del 2005 e’ stato il primo degli eletti nella provincia di Crotone, per la Margherita, ottenendo 7.209. Ha rivestito la carica di presidente del gruppo consiliare della Margherita e quella di segretario della Commissione speciale di vigilanza. Nella seduta dell’8 luglio 2005, Sculco è stato eletto membro effettivo della Commissione di disciplina del personale. Sculco è nato a Strongoli il 1 giugno del 1950. Negli anni ’70, è stato tra gli organizzatori dei movimenti giovanili e studenteschi. Sculco è stato uno degli ispiratori e degli attuatori in Calabria della legge De Vito, la legge “44” dell’89 sull’imprenditoria giovanile. Giovanissimo entra in fabbrica allo Zuccherificio di Strongoli Scalo, dove si occupa di questioni sindacali. Nel 1972 assume incarichi dirigenziali nella Cisl calabrese, di cui diventa segretario generale nel 1987 e membro dell’esecutivo nazionale. Sculco ha sintetizzato la sua esperienza sui temi dell’economia regionale, in un libro “Il lavoro tra sviluppo e solidarietà”, pubblicato dalle Edizioni Lavoro di Roma. È stato presidente del comitato regionale dell’Inps. In qualità di primo Presidente dell’Arssa ha contribuito alla trasformazione dell’Ente in una Agenzia di servizi. Di recente, ha rivestito la carica di vicepresidente della Provincia di Crotone con delega ai Fondi Strutturali dell’Unione Europea. È stato fondatore e presidente dell’associazione “Carlo De Cardona” che per prima ha elaborato un progetto organico di elevazione di Crotone a quarta provincia della Calabria. È stato presidente della Margherita della provincia crotonese.

Nel 2010 l’appoggio a Scopelliti

Alle elezioni regionali del 2010 Sculco decide di appoggiare la candidatura di Francesco Pugliano, all’epoca assessore al Turismo della Provincia di Crotone. Pugliano venne eletto con 6904 preferenze nella lista “Scopelliti Presidente”. Pugliano fu poi nominato assessore regionale all’Ambiente. In quella stessa competizione elettorale venne eletto anche Alfonso Dattolo (attuale sindaco di Rocca di Neto e anch’egli indagato nell’operazione odierna) nella lista dell’Udc con 3484 preferenze.

La “doppietta” di Flora

Nel 2014 Enzo Sculco ritorna nell’alveo del centrosinistra e appoggia Mario Oliverio. Candida la figlia Flora, classe 1979 già consigliere comunale a Crotone, che risulta essere l’unica donna eletta a Palazzo Campanella. Candidata con la lista “Calabria in Rete - Campo democratico”, la Sculco ottiene oltre 9mila preferenze. La Sculco bissa l’elezione nel 2020 candidandosi sempre nel centrosinistra venendo rieletta consigliere regionale, ma stavolta di minoranza, con oltre 6mila voti nella lista dei Democratici Progressisti. La politica crotonese fallisce la tripletta quando nel 2021 cambia casacca e appoggia il centrodestra guidato da Occhiuto. La Sculco sceglie l’Udc, ma paga lo scarso appeal dello scudocrociato a livello regionale. Conquista più voti rispetto al 2020 (6440), ma non riesce a riottenere il seggio in Consiglio regionale. La Sculco, il 5 gennaio scorso, è’ stata nominata consulente del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

L'indagine

L’indagine della procura distrettuale antimafia «ha disvelato un diffuso sistema clientelare, al centro del quale si pone la figura di Vincenzo Sculco, soggetto da tempo implicato nelle dinamiche politico affaristiche della città di Crotone ed in grado di influenzare le istituzioni e di eterodirezionare i finanziamenti verso un gruppo di potere privo di scrupoli». E’ il quadro tracciato dagli inquirenti del 73enne esponente politico crotonese, con un passato di leader sindacale in quanto segretario generale della Cisl calabrese, prima ancora che di consigliere regionale. Già nel 2009, peraltro, Enzo Sculco, all’epoca vice pressidente della Provincia era finito agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine della Procura della Repubblica di Crotone per una vicenda di appalti truccati, frode in pubbliche forniture e incarichi elargiti a persone gradite.

Dalle indagini della Dda, dunque, è emersa «la sua preponderante presenza - scrive il gip Battaglia che ne ha disposto gli arresti domiciliari - nella totalità dei processi decisionali degli enti pubblici del comprensorio crotonese, quale maggiore esponente di un comitato di affari in grado di mettere a punto strategie preordinate ad un unico fine, ovvero quello di garantire che posti decisivi venissero occupati da soggetti graditi, nonchè di individuare le ditte amiche verso cui dirigere i favori. Accanto allo Sculco - aggiunge il gip - si pone la persona di Devona Giancarlo, che viene individuato quale soggetto di collegamento tra l’imprenditoria crotonese e gli organismi regionali, grazie al ruolo assunto in qualità di segretario particolare de! presidente della regione. Devona, infatti, dopo avere assunto varie cariche all’interno del comune di Crotone in quota Pd, riusciva ad assumere un ruolo di maggiore rilievo con la legislatura Oliverio del quale, il 28 settembre del 2017, diventava segretario particolare, preoccupandosi di curare i contatti con i sindaci del territorio calabrese, interessati alla fruizione di finanziamenti pubblici, ed accompagnando lo stesso presidente in occasione di incontri e manifestazioni istituzionali. In tale contesto, è emerso il suo ruolo attivo quale mediatore degli interessi degli imprenditori gravitanti nel territorio crotonese, ma anche i legami con ambienti della criminalità organizzata, dovuti agli stretti rapporti di parentela con soggetti indicati quali affiliati alla cosca Papaniciara dei Megna».

In proposito vengono segnalati «colloqui e contatti con tali soggetti ed anche espliciti riferimenti alla sua estrazione ed allusioni all’importanza di tali legami che gli consentivano un’adeguata protezione sul territorio». Le indagini, quindi, si sono concentrate su un particolare gruppo di persone che, nei rispettivi ruoli politici, istituzionali ed imprenditoriali, «apparivano interessati a tutte le attività connesse alla realizzazione di opere pubbliche e conferimenti di incarichi in ambito regionale e nel comprensorio crotonese», per cui «l'ufficio di procura ha ricostruito diverse vicende indicative di come l’agire dei politici e funzionari interessati, fosse preordinato al perseguimento di biechi interessi personali, piuttosto che a quello di assicurare ii buon funzionamento degli uffici con criteri di trasparenza e meritocrazia».

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