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Il Ponte e la Regione dello Stretto

La costruzione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria è considerata la leva per avere finalmente quella reale e grande opportunità, da sempre attesa, di autentico sviluppo del territorio

L’area dello Stretto di Messina, anzi “Lo Stretto”, è un luogo con uno specifico e straordinario genius loci, frutto di una millenaria e importante narrazione storica. Muove da questa premessa Grazia Gioè, urbanista e policy maker, per descrivere «una realtà territoriale unica in Italia con oltre 1 milione di abitanti, dove esistono e confinano due città metropolitane, entrambe appartenenti a due delle Regioni italiane che economicamente, sono fra le “meno sviluppate” in Europa. Cioè, non hanno ancora raggiunto i requisiti stabiliti dalla politica di coesione della UE per divenire Regioni “convergenti”. Il tutto, ovviamente con anche uno scarso livello di attrazione per gli investimenti pubblici e per l’export delle produzioni regionali. Reggio Calabria e Messina, però, sono due Città che pur condividendo uno stesso Genius Loci di tipo “terracqueo”, contrariamente a quanto avviene in condizioni urbane e territoriali similari, urbanisticamente, sono ben separate e adagiate sulle due sponde opposte dello Stretto: vicine, ma distanti».

Oggi la definitiva approvazione del Decreto Legge n. 35/2023 – per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e il continente – lo Stretto di Messina, si è nuovamente collocato al centro del dibattito nazionale. Laddove, la costruzione del Ponte è considerata la leva per finalmente avere quella reale e grande opportunità di sviluppo, da sempre attesa. Sarà effettivamente così?
«Il tema, certamente da decenni – spiega Grazia Gioè –, affascina urbanisti, policy makers e studiosi di varie discipline, che dibattono e si confrontano, su basi più o meno scientifiche sul futuro dell’Area Metropolitana Integrata dello Stretto. Del resto, questa, è un’area urbana, territoriale e geografica che solo con i numeri già in suo possesso su una vastissima superficie di territorio, ha tutte le caratteristiche per essere la sesta area metropolitana in Italia. Senza dimenticare che, in Sicilia, oltre a Messina, vi sono altre due grandi Città Metropolitane, Palermo e Catania. Così come, nell’attuale programmazione della Regione Calabria, si parla tanto della creazione di due nuovi ed eventuali grandi Poli urbani/metropolitani: Lamezia Terme e Cosenza. Pertanto, tutto ciò, inevitabilmente, avrebbe un ruolo enorme e impattante anche nell’ambito delle strategie di sviluppo territoriale ed economico dell’Area dello Stretto. Volendo dare per scontata la realizzazione del Ponte sullo Stretto – che ovviamente è un’opera d’interesse nazionale ed europeo in materia di infrastrutture e trasporti – si ritiene che, sin da ora debba essere anche affrontato, con la dovuta cura e attenzione a cura degli Enti preposti e dal Governo, il tema della futura governance territoriale di questa nuova ed enorme entità urbanistica e metropolitana che si appresta a nascere».
Reggio e Messina continueranno ad essere urbanisticamente separate? I loro attuali strumenti di programmazione e pianificazione territoriale ed urbanistica, dovranno solo essere aggiornati, o unitariamente ed ex novo redatti? «Laddove, sul versante reggino, la realizzazione del Ponte nei propri Documenti di Pianificazione territoriale, sembra solo essere una mera previsione, non certamente affrontata e tecnicamente sviluppata come dovuto e il Comune di Messina, per ora ha fermato la redazione del suo piano regolatore, proprio in virtù della costruzione del Ponte.
Reggio e Messina – dice ancora Gioè – sono destinate ad essere un’unica conurbazione metropolitana con i relativi “nessi ed annessi” alle due rispettive Regioni? O, si potrà finalmente pensare alla creazione della nuova Regione dello Stretto? Un disegno di alta architettura istituzionale, dove Alta Velocità, Aeroporto dello Stretto, Porto di Gioia Tauro, Porto di Villa San Giovanni, ZES e l’intera rete infrastrutturale delle due regioni, specie della Calabria, debbono in assoluto e nell’immediato, essere considerate opere strategiche ed indifferibili per la costruzione del Ponte e dello sviluppo futuro dell’Area Metropolitana Integrata dello Stretto e, certamente, non opere compensative (compensative di cosa)?

 

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