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La coca nella Sibaritide: Nikolaos Liarakos e gli affari con il cartello messicano di Sinaloa

L’evaso di origine greca voleva far comprare la cocaina ai “soci” sibariti dal cartello fondato da “El chapo” Guzman Loera

Nikolaos Liarakos e Pasquale Forastefano

I “canali” della droga. La cosca Abbruzzese-Forastefano non usava il porto di Gioia Tauro per fare arrivare in Calabria la “coca” spedita dal Sudamerica. Erano invece gli scali di Anversa (Belgio) e Rotterdam (Olanda) i punti d’ingresso dello stupefacente e delle armi che Nikolaos Liarakos, alias Ilir Pere, usava per ricevere le partite ordinate dall’altra parte del mondo. Il quarantenne greco, con domicilio a Cassano, evaso dal carcere romano di Rebibbia il 27 ottobre del 2016, aveva mani in pasta e amici in tutti gli ambienti criminali internazionali.

Ai calabresi, guidati da un “ triumvirato” composto da Pasquale Forastefano, Fiorello e Nicola Abbruzzese, recapitava la “roba” direttamente in terra tedesca, nella ricca e placida Francoforte sul Meno. La cosca sibarita, infatti, aveva una sua “cellula” operativa nel cuore industriale della Germania e gestiva un doppio mercato illegale degli stupefacenti: uno nella Calabria settentrionale e l’altro, appunto, in riva al fiume Meno. Liarakos proponeva ai “compari” italiani non solo l’acquisto di droga ma pure di armi che teneva nascoste ad Anversa. Il “greco” - incarcerato in Italia con identità (Ilir Pere) e nazionalità albanese - però era sempre alla ricerca di nuovi risultati e di soldi. Tant’è che ha proposto ai “soci” sibariti di guardare anche ad altri “canali” di approvvigionamento oltre a quelli colombiani. In una conversazione intrattenuta sulla piattaforma “Sky-Ecc” afferma che c’è «un albanese che vive in Messico ed è con il cartello di Sinaloa». Lo schipetaro sarebbe legato all’evaso da un solido rapporto e disponibile a favorire eventuali importazioni dalla nazione centroamericana. Quello di Sinaloa è il cartello dei narcos a lungo guidato Joaquin Guzman Loera, detto “el chapo” (il tappo per la bassa statura) e nel quale dominano i figli del celeberrimo narcotrafficante e, soprattutto, “El mayo” Zambada, storico personaggio della criminalità messicana, amico strettissimo di Guzman e latitante imprendibile da più di vent’anni.

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