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'Ndrangheta a Vibo, appello Rinascita Scott. Chiesta la ricusazione del giudice Capitò

In attesa di giudizio 74 persone. Per la presidente Reillo non ci sono motivi di astensione

Gabriella Reillo presidente della Corte d’Appello

Rischio ricusazione per uno dei giudici della Corte d’Appello davanti a cui dovrebbe celebrarsi il processo d’appello della maxi inchiesta Rinascita Scott. La giudice Caterina Capitò era stata infatti invitata all’astensione dall’avvocato Diego Brancia sulla base di una sentenza pronunciata lo scorso 26 gennaio nell’ambito di una “costola” di Rinascita Scott che interessava il clan Soriano di Filandari.

La Capitò faceva parte del collegio che giudicò tra gli imputati Giacomo Cichello, assolvendolo “per non aver commesso il fatto” in quel procedimento penale. Il presidente della Corte d’Appello Gabriella Reillo ha però ritenuto che non vi fossero gli estremi per l’astensione. «L’incidentale valutazione del giudice sull’esistenza di una specifica associazione a delinquere di stampo mafioso - ha spiegato la presidente Reillo - non lo rende incompatibile a giudicare dell’appartenenza alla stessa associazione di imputati differenti». Secondo la presidente della Corte d’Appello nella precedente sentenza non è stata effettuata «alcuna valutazione incidentale di merito relativa agli attuali imputati in ordine alla loro partecipazione alla predetta associazione». In conclusione la Capitò non avrebbe espresso «alcun pregresso giudizio sullo stesso fatto nei confronti dei medesimi soggetti». L’avvocato Brancia ha già annunciato che presenterà istanza di ricusazione ritenendo invece la posizione della giudice incompatibile con il processo Rinascita Scott.

Il processo di secondo grado è a carico di 74 imputati (dei quali 4 assolti in primo grado) coinvolti nell’inchiesta Scott Rinascita e giudicati con il rito abbreviato. Sentenza emessa nel novembre del 2021 dal gup distrettuale Claudio Paris – al termine del processo conclusosi con 70 condanne, 20 assoluzioni e una prescrizione – appellata sia dal pm sia dai difensori degli imputati.

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