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La transizione digitale? Solo parole. Il Pnrr non “risolleva” la Calabria

In Italia fa peggio soltanto il Molise. Il gap si allarga su più fronti: dal capitale umano alle imprese

La Calabria è la penultima regione italiana come grado di digitalizzazione: su tutto il territorio nazionale solo il Molise risulta meno digitalizzato. È quanto emerge da uno studio che la Corte dei conti ha realizzato, nell’ambito della recente relazione sull’attuazione del Pnrr, rielaborando a livello regionale l’indice dell’economia e della società digitale (Desi, Digital economy and society index) utilizzato abitualmente dalla Commissione europea per gli Stati membri.

La magistratura contabile se n’è occupata perché la volontà di intervenire a compensazione dei divari meridionali «incrocia i grandi obiettivi del Pnrr, fra i quali massimo rilievo ha la transizione digitale». La questione che si pone è quindi se effettivamente il Piano aiuterà a colmare il gap del Mezzogiorno: fra le regioni meridionali un maggior grado di digitalizzazione viene rilevato per Campania (indice Desi 47,1), Puglia (46,8) e Sardegna (46,6). Più indietro sono invece Sicilia (45,0), Basilicata (44,7), Abruzzo (44,4) e, appunto, Calabria (42,8) e Molise (40,1). L’indice Desi applicato su scala regionale sintetizza quattro dimensioni del processo di digitalizzazione (capitale umano, connettività, integrazione delle tecnologie e servizi pubblici) che derivano dall’aggregazione di 10 sottodimensioni, a loro volta misurate da 33 indicatori elementari.

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