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Calabria, la sanità territoriale ferma al palo: l'occasione persa del Pnrr

Fissata per oggi la scadenza del termine per l’approvazione dei progetti idonei: così il nuovo modello di assistenza per i calabresi diventa un’occasione persa

Sono diversi e piuttosto concreti gli interrogativi che ruotano attorno alle Case di comunità (Cdc), agli Ospedali di comunità (Odc) e alle Centrali operative territoriali (Cot), ovvero le strutture finanziate dal Pnrr che dovrebbero dare vita a un nuovo modello di assistenza sanitaria territoriale. I dubbi legati in generale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati cristallizzati nei giorni scorsi nella relazione delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti: la magistratura contabile evidenzia come «oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti». Arrivando nello specifico a Cdc, Odc e Cot, i principali interrogativi riguardano sia il rispetto delle scadenze concordate con l’Ue (una è fissata proprio per oggi), sia l’aumento dei costi per i lavori, sia le future dotazioni di personale che andranno a “riempire” le strutture sanitarie territoriali da realizzare entro il 2026 con il Pnrr. A questo proposito si è affacciata la possibilità dell’introduzione della libera professione per gli infermieri in modo da poterli impiegare (con retribuzione extra) anche fuori orario, ma alla luce delle attuali difficoltà di reclutare operatori sanitari c’è comunque da chiedersi chi andrà a lavorare nelle nuove strutture, ammesso che si riuscirà a realizzarle nei tempi previsti.

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