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Autonomia differenziata in Calabria, il vescovo Savino bacchetta i politici

Il presule di Cassano, vicepresidente della Cei, boccia senz’appello l’autonomia differenziata

“La politica è la più alta forma di carità”: il vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, Francesco Savino, sceglie una frase cara a Papa Paolo VI per parlare al mondo politico. Un mondo a cui scrive in occasione della Pasqua per porgere gli auguri ma, soprattutto, per rimettere sul tavolo vecchi e nuovi problemi che affliggono la Calabria. Il vescovo di Cassano ha la delega Cei per il Mezzogiorno e conosce a menadito i disagi e le difficoltà che attanagliano le terre meridionali. E per parlare alla politica monsignor Savino richiama il suo Maestro e Amico, don Tonino Bello, straordinario testimone di cristianità in terra pugliese. «Quest’anno ho voluto iniziare il mio augurio per questa Santa Pasqua» scrive Savino «con una di quelle domande scomode che il mio conterraneo ed amico sincero, il Venerabile don Tonino Bello, amava rivolgere agli uomini ed alle donne che, come voi, si impegnavano in politica. Il mio intento non è quello di scoraggiarvi o di entrare a gamba tesa nelle vostre scelte politiche ma quello di provocarvi in senso etimologico. Lo faccio perché come don Tonino, non sopporto più l’idea di quegli auguri innocenti, formali, calendarizzati ed a scadenza. Lo faccio perché sento che ora è urgente riflettere su queste esasperate tensioni che la nostra terra sta vivendo in un silenzio doloroso ed incredibile. Proprio io che sono l’uomo del “credo”, della fede disinteressata e forte, mi riscopro non credente rispetto alla scelleratezza di certe azioni umane».

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