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Calabria, dipendenti a “disposizione”: altissima tensione all’Arsac

Alta tensione tra i dipendenti dell’Arsac, l’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura. Un emendamento approvato in Consiglio regionale, che modifica la legge istitutiva dell’ente nato dalle ceneri dell’Arssa, rischia di far saltare il banco. A turbare gli animi è la modifica all’articolo 2, comma 2, che recita: «…(l’Arsac) contribuisce con proprio personale individuato con provvedimento del Dipartimento competente in materia di agricoltura che ne dispone l’utilizzo, ad attività tecniche, amministrative e di controllo dello stesso Dipartimento nonché dell’Organismo pagatore (Arcea)». In buona sostanza, il dipartimento Agricoltura potrà utilizzare liberamente il personale Arsac - 580 dipendenti, di 230 funzione pubblica e 70 impiegati negli impianti di risalita -, nonostante sia già nella piena disponibilità discrezionale dello stesso. «L’emendamento - attaccano i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Csa, che nei giorni scorsi si sono riuniti assieme ai lavoratori - viola palesemente il dettato normativo contenuto nell’articolo 1 di detta Legge che sancisce l’autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnica, patrimoniale, contabile e finanziaria dell’Arsac. Se si considera la grande mole di lavoro che viene svolta, in Arsac, a favore dell’agricoltura calabrese e dei carichi di lavoro assegnati, nonché del perseguimento della mission istituzionale aziendale, essendo la dotazione organica sempre più ridotta, non si comprendono le ragioni che hanno portato a questa decisione unilaterale».

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