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La tragedia di Cutro, l'inchiesta accelera: scafisti nell'incidente probatorio

L’ultimo faccia a faccia tra gli scafisti e i superstiti del naufragio di Cutro. Le testimonianze dei migranti, che potrebbero essere acquisite in sede di incidente probatorio che verrà chiesto dalla Procura della Repubblica di Crotone, potrebbero quindi essere messe a confronto con la versione di tre dei quattro trafficanti che erano a bordo del barcone schiantatosi all’alba di domenica 26 febbraio su una secca. In quelle ore, a quanto emerge, erano state diverse anche le telefonate giunte alla capitaneria di porto, purtroppo tutte già dopo che l’imbarcazione era affondata: si tratta soprattutto di chiamate di stranieri dall’estero come la Turchia, forse parenti o amici dei naufraghi, che segnalavano l’accaduto anche tramite alcuni post su Facebook.

L’incidente probatorio - richiesto dal pm Pasquale Festa - punta a cristallizzare davanti al Giudice per le indagini preliminari Michele Ciociola le prove che potrebbero emergere dai racconti dei sopravvissuti alla traversata partita dalla Turchia e conclusasi tragicamente a poche decine di metri dalla spiaggia calabrese, provocando la morte accertata, al momento, di 70 persone e un numero di dispersi stimato tra 30 e i 50. E si continuano a cercare i corpi: gli ultimi trovati in queste ore erano quelli di due bambini. I vigili del fuoco proseguono le ricerche in mare di altri cadaveri delle vittime del naufragio e non sono mai state sospese le ricerche in spiaggia, che abbracciano tutto il litorale crotonese e per le quali collaborano numerosi volontari: attività di perlustrazione che andranno avanti ad oltranza, salvo diverse disposizioni della Prefettura, che coordina le ricerche alle quali partecipano unità della Guardia costiera. Per le ricerche in mare, in particolare, vengono utilizzati un elicottero, un gommone e due moto d’acqua. I sopravvissuti nelle prossime ore invece saranno alle prese con le dichiarazioni nell’aula del tribunale: le loro testimonianze saranno inserite nel fascicolo dell’inchiesta per naufragio e omicidio colposo aperta a carico dei presunti scafisti identificati, tre dei quali, un turco e due pachistani (uno è minore), sono stati fermati, mentre un quarto è irreperibile.

Del naufragio potrebbe occuparsi anche la Procura di Roma chiamata, da un esposto dei deputati di Sinistra Italiana Ilaria Cucchi e Nicola Fratoianni, a verificare se ci sono state responsabilità anche a livello ministeriale. Nell’esposto infatti i due parlamentari chiedono di accertare se vi siano state «disposizioni ministeriali che abbiano impedito l'uscita in mare della Guardia Costiera» tenuto conto che «non si può escludere che vi sia una responsabilità superiore visto che la Guardia Costiera dipende dal ministero dei Trasporti, mentre il ministero dell’Interno è diventato il supercoordinatore di sbarchi e soccorsi dei migranti».

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