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Vibo, l’efficacia degli atti riguardanti Luigi Mancuso va rivalutata

Luigi Mancuso

La Cassazione riavvolge il nastro e riapre la partita davanti ad altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. Una partita che riguarda la posizione processuale di Luigi Mancuso, 69 anni di Limbadi (detto il Supremo), imputato in Scott Rinascita. La Suprema Corte, infatti, ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Francesco Calabrese e dall’avvocato Paride Scinica – difensori del 69enne ritenuto dagli inquirenti a capo del Crimine vibonese – avverso l’efficacia dell’attività istruttoria dichiarata con apposita ordinanza dalla Corte d’Appello di Catanzaro nell’ottobre dello scorso anno. Decisione che seguiva la ricusazione di due giudici del Tribunale di Vibo (Brigida Cavasino, presidente del collegio giudicante e Gilda Romano, componente del collegio) chiesta dalla difesa di Luigi Mancuso e ottenuta in seconda battuta dopo un passaggio in Cassazione. In quell’occasione la Corte d’Appello aveva anche dichiarato l’efficacia di tutti gli atti a contenuto probatorio riguardanti l’attività fin lì svolta nel maxi-processo che si sta celebrando nell’aula bunker di Lamezia Terme. Ciò ha fatto sì che il nuovo collegio giudicante non abbia dovuto rinnovare l’istruttoria dibattimentale.
Ma a distanza di circa tre mesi la Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato Scinica e dell’avvocato Calabrese, ha annullato l’ordinanza della Corte d’Appello rinviando il tutto davanti ad altra sezione della stessa Corte.

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