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“Questa Autonomia ci penalizza”, l’Anci Calabria contro la riforma

Lettera ai vertici dello Stato per sollecitare maggiore attenzione sul Sud. I sindaci chiedono la convocazione di un Consiglio regionale aperto. Il presidente Papasso: «Si allargano le distanze con il resto del Paese»

Gianni Papasso, confermato per la terza volta sindaco di Cassano allo Ionio

È scontro frontale sulla riforma dell’Autonomia differenziata. I Comuni che aderiscono all’Anci chiedono un incontro al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e al numero uno di Palazzo Campanella, Filippo Mancuso, la convocazione di un Consiglio regionale aperto per discutere del disegno di legge fortemente voluto dalla Lega. Proprio per dare maggior risalto alle preoccupazioni dei sindaci calabresi sulle maggiori disparità che potrebbe creare la nuova normativa attualmente in discussione una lettera è stata inviata al presidente della Repubblica, al presidente del Senato, al presidente della Camera, al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro per gli Affari regionali, ai parlamentari eletti in Calabria, alla Conferenza Unificata oltre che ai consiglieri regionali calabresi. La richiesta è firmata da Gianni Papasso, sindaco di Cassano e consigliere nazionale Anci delegato a traghettare l’Associazione regionale dei Comuni in attesa delle nuove elezioni - nel corso delle quali saranno scelti i nuovi vertici e rappresentanti regionali - previste per il prossimo 10 febbraio.
«Con l’attuazione del principio dell’autonomia differenziata - si legge nella missiva inviata da Papasso - le Regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta conseguono la competenza legislativa esclusiva su materie che la Costituzione elenca come “concorrenti” e limitatamente a 3 casi in materia di “esclusiva” competenza statale: organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull’istruzione, tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. L'attribuzione di tali forme rafforzate di autonomia deve essere stabilita con legge rinforzata formulata sulla base di un'intesa fra lo Stato e la Regione, acquisito il parere degli enti locali interessati, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119 della Costituzione in tema di autonomia finanziaria, mentre, dal punto di vista procedurale è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti. Il problema - si specifica ancora - è la bozza del disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’art. 116, terzo comma, della Costituzione” si costituisce di 9 articoli e un allegato. Molte prese di posizione di netta contrarietà, una levata di scudi che ha visto protagonisti tanti Presidenti di Regione e amministratori locali. In prima linea in questa battaglia i sindaci che costituiscono la rete del “Recovery Sud”».
Le questioni che hanno suscitato maggiori perplessità oggetto di discussione hanno riguardato, tra le altre: la definizione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale) mediante l’utilizzo del criterio della spesa storica; le modalità del coinvolgimento degli enti locali; il ruolo del Parlamento, con particolare riferimento alla possibilità di emendabilità in sede parlamentare del disegno legge rinforzata formulata sulla base dell'intesa fra lo Stato e la Regione.

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