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’Ndrangheta in Veneto, pene ridotte in Appello

Tutti condannati, ma con pene ridotte rispetto a quelle inflitte dal Tribunale di Padova. S’è concluso così il secondo grado di giudizio di rito ordinario a carico di sette imputati, nato dall’inchiesta “Camaleonte” della Dda di Venezia contro il radicamento della cosca Grande Aracri di Cutro in Veneto.

Le condanne

A Sergio Bolognino, originario di Locri, ritenuto dagli inquirenti ai vertici del clan cutrese attivo tra Padova, Venezia e Vicenza, la Corte d’Appello di Venezia ha applicato la pena concordata tra accusa e difesa: 17 anni di carcere (tre in meno rispetto ai 20 anni del primo grado). Poi, 4 anni e 9 mesi di reclusione sono toccati all’imprenditore padovano Luca De Zanetti (9 anni e 4 mesi); Francesco Agostino, 7 anni e 2 mesi (8 anni e 10 mesi); Antonio Gnesotto, 7 anni e 6 mesi (8 anni e 10 mesi); il presunto braccio destro di Bolognino, Antonio Genesio Mangone, 12 anni e 8 mesi (16 anni e 6 mesi); Emanuel Levorato, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni (5 anni e 4 mesi); e Stefano Marzano, 7 anni e 2 mesi (8 anni e 10 mesi). Il blitz “Camaleonte”, scattato il 12 marzo 2019 con l’esecuzione di 27 arresti, fece luce sulle ipotizzate vessazione che gli esponenti e i fiancheggiatori della ‘ndrina di Cutro avrebbero perpetrato ai danni delle aziende venete bisognose di liquidità.

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