Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Calabria, stangata sul carburante: ogni famiglia spenderà 350 euro in più all’anno

Le stime delle associazioni di benzinai e utenti

Aumento del carburante

Le stime delle associazioni che rappresentano sia i benzinai che i consumatori sono accomunate da un dato preoccupante: per i carburanti si prevede un rincaro medio annuo di almeno 350 euro a famiglia. Nonostante le quotazioni del petrolio siano in brusca discesa, il costo dei carburanti ai distributori è infatti aumentato di circa 20 centesimi a litro. È l’effetto, com’è noto, del ripristino delle accise piene: dal primo gennaio non è stato rinnovato lo sconto che il governo aveva deciso a marzo scorso e i prezzi sono di nuovo arrivati a sfiorare (e in alcuni casi a sforare) i due euro a litro. Gli effetti di una condizione simile sono ovviamente più pesanti nei territori economicamente fragili e la Calabria, che ha un sistema di trasporto pubblico non proprio capillare ed efficiente, è anche molto lontana da San Marino, dove dal primo dell’anno gli automobilisti delle province limitrofe fanno la fila per fare il pieno a prezzi vantaggiosi.

Il calabrese Ferruccio Schiavello, coordinatore nazionale dell’associazione di categoria As.n.a.l.i. Energia, spiega che proprio ora «le quotazioni erano in forte discesa e i consumatori avrebbero avuto finalmente la possibilità di pagare un prezzo quasi equo del carburante». Invece con il rialzo, a suo dire, perdono sia i consumatori che i gestori: «Più il carburante aumenta più il gestore è esposto economicamente nell’acquisto delle forniture, ma a questa esposizione non corrisponde un utile. Noi guadagniamo sempre 2,5 cent a litro, quindi dobbiamo vendere 1000 litri per incassare 25 euro di utile lordo. È ovvio che se il carburante costa di più se ne vende di meno».

Maria Stefania Valentini, responsabile del Codacons Calabria, fa sapere che l’associazione che rappresenta ha già presentato a livello nazionale delle denunce sia alla Guardia di Finanza che alle Procure: «Gli aumenti – dice – sono l’effetto della speculazione delle compagnie petrolifere. Con il prezzo del petrolio in calo, il rialzo non può essere solo dovuto all’abolizione del taglio sulle accise. Chiediamo dunque di intervenire e verificare se si configurino reati come l’aggiotaggio».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

Caricamento commenti

Commenta la notizia