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Riserva Valli Cupe, Lega Ambiente Calabria contro la nuova legge sulle aree protette

Valli Cupe
Lo scorso 6 dicembre, giornata importante per chi si occupa di ambiente perché coincidente con il 31° anniversario della legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991, la IV Commissione Ambiente e Territorio della Regione Calabria ha convocato le Associazioni ambientaliste per un’audizione sulla Proposta di Legge n. 117/XII dal titolo “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità”.
Le attese, visto anche l’anniversario della legge nazionale che ha permesso al nostro Paese di realizzare un sistema di aree protette tra i più significativi del continente europeo, erano quelle di un testo normativo innovativo ed in grado di realizzare quello che la precedente legge regionale in materia, n.  10/2003, non ha garantito nella nostra Regione.
In realtà- afferma Legambiente-  la Proposta di Legge n. 117/XII si è rivelata un testo carente nella strategia perché non chiarisce come la Calabria possa raggiungere gli obiettivi per la biodiversità e le aree protette stabiliti dalla strategia Europea al 2030. Inoltre, il testo proposto cancella la partecipazione diretta dei cittadini, dei comitati e delle associazioni nel percorso per l’istituzione di nuove aree protette, a meno che sia un consigliere regionale o un amministratore locale a garantire il percorso, ed è un testo che non prevede risorse economiche e umane per la gestione ordinaria delle aree protette.

Il caso della Riserva naturale regionale Valli Cupe

La nuova proposta di legge esaminata in IV Commissione, non affronta i limiti della legge n. 10/2003 attualmente in vigore che sono stati evidenziati nella gestione dell’unico parco regionale istituito, quello delle Serre, e nella problematicità dei 5 Parchi marini istituiti nel 2013 in contrasto con le competenze statali sul mare e gestiti da un unico ente regionale commissariato fin dal 2016. Ma soprattutto, la norma attuale non ha favorito la nascita di nessun’area protetta ad esclusione della Riserva naturale regionale Valli Cupe istituita nel 2016.
Ma è proprio il futuro della Riserva regionale Valli Cupe che sembra avere mosso i consiglieri regionali a proporre un testo realmente inutile, ma che risponde all’obiettivo di azzerare l’attuale gestione affidata dalla Regione a Legambiente Calabria. L’articolo 80 della proposta di legge, per come l'associazione ambientalista ha rilevato nel corso dell’audizione, è una norma ad personam contro Legambiente che, evidentemente, con la sua presenza sul territorio, caratterizzata da terzietà ed improntata alla massima trasparenza, ha interferito con gli equilibri politici.
L'associazione ambientalista ha denunciato già in sede di audizione le tante inadeguatezze della Proposta di Legge n. 117/XII, evidenziate anche dall’Ufficio giuridico del Consiglio Regionale e dal Consigliere De Nisi nel suo intervento, che Legambiente  ringrazia insieme al Presidente della Commissione Pietro Raso che si è dimostrato disponibile a modificare le parti incongruenti del testo e interessato a valutare la memoria scritta con tutte le nostre osservazioni al testo che l’associazione invierà per una valutazione della Commissione, della Giunta Regionale e delle forze politiche.

"La proposta di legge contiene elementi che non hanno alcune logica razionale"

Non possiamo non rilevare- prosegue Legambiente - i contorni paradossali della storia della Riserva naturale regionale Valli Cupe. Nel corso di questi anni, caratterizzati dalle grandi difficoltà derivanti dalla crisi pandemica, abbiamo gestito la Riserva naturale Valli Cupe con grande rigore e diligenza, lavorando sempre in sinergia con le amministrazioni comunali,  le associazioni e gli stakeholder locali nel solo interesse dell’ambiente e dello sviluppo ecosostenibile del territorio. La Riserva naturale regionale Valli Cupe, attraverso il nostro apporto in quanto  associazione ambientalista nota e consolidata in tutto il Paese, ha acquisito un indubbio valore aggiunto che rischia di essere ora vanificato da una nuova frattura nella continuità della linea di gestione. La proposta di legge n. 117/XII contiene elementi che non hanno alcuna logica razionale e risponde solo a dinamiche politiche che fuoriescono dall’alveo della tutela dell’ambiente e della biodiversità. La nostra associazione ha, sin dal suo insediamento nella gestione della Riserva, fatto rispettare norme e regole vigenti da tutti coloro che vogliono visitare e godere della  bellezza di questi luoghi.  Legambiente tutta si opporrà con ogni mezzo a sua disposizione a questa palese distonia ed incongruenza normativa che speriamo venga rivista e non avallata dalla Regione Calabria.
Inoltre, dalla lettura della proposta di legge n. 117/XII emerge che altro non è che un compendio di leggi già presenti nello scenario legislativo calabrese e che nulla di nuovo aggiunge, ma appare evidente che il fine ultimo è quello di colpire Legambiente come Ente gestore. Il provvedimento legislativo, infatti, segue, non per caso, la vicenda dell'incomprensibile taglio al contributo regionale per il funzionamento della Riserva (dimezzato, azzerato e poi  ripristinato per gli anni successivi in seguito alle proteste). Legambiente  è fiduciosa che chi ne ha l'autorità  possa rimediare al palese errore e modificare questa irrazionale proposta normativa.

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