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Unioncamere, 12 grandi infrastrutture per rilanciare la Calabria

Antonio Tramontana

Dodici grandi infrastrutture da potenziare o da realizzare, per rilanciare la Calabria. E’ l’Unioncamere regionale a mettere nero su bianco le esigenze del territorio calabrese in un dossier presentato nel corso di un focus che ha avuto al centro il porto di Gioia Tauro, uno dei più importanti del Mediterraneo. «Le priorità infrastrutturali per il sistema economico calabrese» è stato il titolo dato all’evento, svoltosi a Lamezia Terme, nel corso del quale è stato presentato il «Libro Bianco delle priorità infrastrutturali della Calabria», un documento che restituisce una sintesi delle opere ritenute necessarie per il sistema imprenditoriale per superare la crisi in atto e recuperare competitività sui mercati nazionali e internazionali e il progetto territoriale strategico a valenza regionale. Quasi duecento i partecipanti, on line e in presenza, tra professionisti, imprenditori; rappresentanti di istituzioni scolastiche, esponenti del mondo associativo, delle organizzazioni sindacali e degli enti locali regionali; rappresentanti istituzionali e attori chiave che operano sulla tematica infrastrutturale.

«Nel nostro Paese - si legge nel dossier - non è mai mancata l’attività di programmazione infrastrutturale: la capacità però di trasformare i progetti in opere utilizzabili è stata negli anni piuttosto latitante. La cattiva progettazione, i problemi burocratici o di ricorsi alcune volte hanno ritardato o bloccato i cantieri; spesso, invece, quelle che mancavano erano le risorse. Oggi siamo ad una svolta: nell’immediato sono disponibili ingenti finanziamenti, destinati in particolare al Sud, con il preciso obiettivo di ridurre il divario infrastrutturale tra le diverse aree del Paese». A partire, si sottolinea, «da quanto messo a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, integrato dal piano complementare, dai fondi strutturali, dai fondi di sviluppo e coesione, etc., in particolare per la Calabria le risorse complessive in gioco sono circa 6,8 miliardi, con progetti che riguardano principalmente la portualità, le zone industriali e la logistica e quindi le Zone Economiche Speciali (ZES), il potenziamento delle ferrovie regionali, l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, il rinnovo delle navi operanti nello Stretto, l’edilizia residenziale pubblica, la rigenerazione urbana. Si tratta di risorse aggiuntive disponibili per la Calabria di notevole entità, di stanziamenti importanti che - attraverso l’infrastrutturazione - puntano ad assicurare la ripresa e lo sviluppo della regione. Per raggiungere l’obiettivo, però - secondo Unioncamere - si impone una vera e propria svolta sul piano organizzativo e funzionale. C'è bisogno di un radicale cambiamento anche nella governance delle varie fasi di programmazione, progettazione, realizzazione e controllo delle infrastrutture, che deve riguardare non solo la pubblica amministrazione, ma anche i singoli cittadini e le imprese».

«Lo sviluppo economico, politico e sociale di un territorio - ha affermato Antonio Tramontana, Presidente di Unioncamere Calabria - non può prescindere da un adeguato ed evoluto sistema di collegamento infrastrutturale materiale e immateriale. Diventa prioritario riconoscere che la realizzazione di infrastrutture determina una creazione di valore e impatta fortemente sulla crescita economica di un territorio generando, a cascata, ricadute positive per effetti sia diretti che indiretti. Si pensi, ad esempio, all’incremento della produttività degli attori economici che ne usufruiscono, alla promozione della concorrenza e della cooperazione, all’aumento del Pil e non da ultimo alla creazione di posti di lavoro. Ciò detto - ha continuato Tramontana - il «Libro bianco» racconta l’impalcatura infrastrutturale regionale, la viabilità e il trasporto delle persone e delle merci, mettendo in evidenza l’attuale dotazione e i desiderata a cui le imprese non sono più disposte a rinunciare. Non rappresenta una sterile elencazione delle incompiute quanto una doverosa analisi da cui partire per programmare interventi di rilancio puntuali e qualificati da consegnare ai decisori politici per l’assunzione di policy responsabili ed al sistema economico e produttivo per l’attrazione di investimenti. Occorre compiere un passo importante - ha concluso - scrivere un’agenda di sviluppo infrastrutturale della Calabria, creare sinergie istituzionali con il Governo regionale, il comparto associativo, le organizzazioni sindacali, gli ordini professionali, il mondo dell’Università e della Ricerca e mettere a sistema le risorse disponibili».

Le 12 priorità individuate nel libro bianco sono l’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria; la Linea jonica Sibari-Melito Porto Salvo; la trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido; l’adeguamento e la velocizzazione della SS 106 Jonica; l’ammodernamento dell’A2 Autostrada del Mediterraneo. E ancora la linea ferroviaria Metaponto-Sibari-Bivio Sant'Antonello, il potenziamento della linea Rosarno-S. Ferdinando; il potenziamento del Porto di Gioia Tauro con il miglioramento dell’accessibilità stradale; il potenziamento del sistema aeroportuale regionale; la trasversale delle Serre; lo sviluppo della portualità turistica e commerciale; la ciclovia Magna Grecia. A queste opere sono affiancate 11 infrastrutture viarie d’interesse regionale.

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