Altro che Area integrata Reggio-Messina: stallo sullo Stretto

Mezzi obsoleti e secondo i sindacati poco sicuri, orari e numeri di corse penalizzanti per i pendolari e lontani anni luce da ogni di reale integrazione fra le due sponde. E se ci mettiamo anche le difficoltà ad assegnare stabilmente il servizio e le prospettive sempre meno a fuoco, ecco che i collegamenti veloci Reggio-Messina diventano una delle prime patate bollenti sul tavolo del nascente Governo .
Lo Stretto, ormai da anni, continua a dividere. Simbolicamente e, purtroppo, nei fatti. La bussola di una rotta che non si riesce a invertire sta tutta nel groviglio politico-burocratico della tratta Messina-Reggio, quella che sembra non far gola a nessuno, eccetto quelle (“poche”...) migliaia di persone che ogni giorno fanno la spola tra due città che, insieme, costituiscono una delle realtà urbane più grandi e popolose del Paese. Non si riesce proprio a farlo “decollare” questo servizio, eppure il terreno è stato preparato in tutti i sensi: l’ultimo spunto, in ordine di tempo, l’ha dato la grandissima riuscita della Biennale dello Stretto, evento pienamente dimostrativo di come si possa (e debba) guardare a un futuro sempre più sinergico. Non è riuscita finora la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche dell’Area dello Stretto (oggi presieduta dal consigliere regionale Giuseppe Neri) a far integrare le tariffe sui mezzi pubblici di trasporto a Reggio e Messina. E non è riuscito il Governo, soprattutto, ad affidare stabilmente i collegamenti via aliscafo tra i due capoluoghi.
Le due gare d’appalto gestite da Invitalia hanno fatto flop. Alla prima ha partecipato solo Liberty Lines, la cui offerta è stata però esclusa dalla procedura. Il secondo tentativo è andato deserto. E allora non resta che aspettare (ormai è questione di ore) l’ennesima proroga a BluJet, la società appositamente costituita nel 2018 da Rfi.