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‘Ndrine e coca al porto di Gioia Tauro, in uno schizzo i “trucchetti” per la Dogana

Il funzionario dell’Agenzia arrestato avrebbe anche disegnato istruzioni per i carichi dal Sud America

«Lui ci a fatto schema x come caricare, come la dobbiamo sistemare nei cartoni». Scivola sulla grammatica ma non sulla classica buccia di banana Giuseppe Papalia, che da referente «dei padroni», al secolo l’organizzazione criminale committente, gioca la “carta” dell’amico, il doganiere infedele protagonista dell’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Reggio e sfociata giovedì in 36 arresti. L’asso nella manica delle ’ndrine per superare i controlli al porto di Gioia Tauro è Pasquale Sergio, 61enne di Bianco, nella Locride, funzionario dell’Agenzia delle Dogane destinatario di misura cautelare, che avrebbe disegnato persino «uno schema – annotano gli inquirenti – per illustrare le modalità di carico» della cocaina tra le banane provenienti dal Sud America.
Lo schizzo, finito nelle mani di Papalia e poi confluito nell’ordinanza firmata dal gip di Reggio, è «un’informazione di estrema importanza», secondo la Dda. Non solo il “giochetto” dei quattro container per spostare i carichi e farli uscire dal porto. «Il doganiere – contesta la Procura antimafia – si prodigava attivamente per orientare l’attività dell’organizzazione criminale, addirittura indicando le modalità di occultamento della droga più efficaci, ai fini del superamento di eventuali controlli, tramite la predisposizione di uno schema grafico».

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