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Omicidio Covato a Vibo, un “cold case” risolto a distanza di 31 anni

Chiesto un rinvio a giudizio: Il delitto sarebbe stato organizzato per vendetta da Nazzareno Colace

Nazzareno Colace

Solo qualche mese dalla richiesta di rinvio a giudizio alla fissazione dell’udienza preliminare. Proprio stamattina davanti al gup distrettuale di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore, dovrà comparire Nazzareno Colace, 58 anni di Vibo indagato per l’omicidio di Francesco Covato, 21 anni di Briatico, scomparso nel nulla nel gennaio di trentadue anni fa.
Il pm distrettuale Andrea Mancuso, infatti, lo scorso luglio ha chiesto al gip di Catanzaro il decreto che dispone il giudizio nei confronti dell’imputato (difeso dall’avv. Francesco Sabatino e dall’avv. Francesco Gambardella) accusato di omicidio e di occultamento di cadavere. In particolare a Colace – attualmente sottoposto alle misure cautelari di divieto di espatrio, divieto di dimora in Calabria e obbligo di presentazione alla pg – l’accusa contesta di essere stato «ideatore, promotore e co-esecutore del delitto» avvenuto il 23 gennaio del 1990. Capo di imputazione aggravato, oltre che dall’agevolazione mafiosa (cosca Tripodi-Mantino), anche dalla premeditazione e dai motivi futili e abietti.

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