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Calabria, aziende in crisi. Gas e luce: le scuole pensano alla settimana corta

L’allarme lanciato da Confcommercio e Confapi rischia d’aggravare lo scenario già nero descritto nei mesi scorsi da Eurostat. La Regione dovrà badare agli ospedali

La Calabria rischia di restare imprigionata in una pericolosissima faglia autunnale. Una gigantesca bolla finanziaria che inghiottirà aziende già in affanno, famiglie in difficoltà, lavoratori sull’orlo della disoccupazione. Ma la prossima stagione sarà aspra anche per le istituzioni pubbliche. Comuni, scuole, strutture sanitarie e uffici pubblici in genere dovranno fare i conti con i rincari stellari dei prezzi dei prodotti energetici. Le quotazioni insostenibili di carburanti, gas e corrente elettrica porteranno i vari enti ad adottare misure da economia di guerra. Il mondo dell’istruzione, e non solo quello calabrese, già discute sulla possibilità di accorciare la settimana dedicando uno o due giorni alle lezioni on line (anche se il ministro uscente aveva preannunciato l’addio alla dad). Provvedimento che servirebbe a tagliare le spese di luce e termosifoni. Altri uffici pubblici studiano soluzioni analoghe per evitare d’appesantire bilanci già gravati da troppe voci evidenziate in rosso. Discorso a parte per gli ospedali dove, francamente, appare impossibile applicare una politica di risparmio energetico all’interno delle corsie e degli altri spazi assistenziali. E quello dei costi energetici che graveranno ulteriormente sulle inconsistenti risorse a disposizione di un indebitato sistema-salute sarà un problema uletriore per la Regione.

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