Ospedali potenziati con posti letto aggiuntivi, percorsi dedicati, mappe, strumenti e apparecchiature di ultima generazione. E, poi, ristrutturazione e ampliamento dei locali esistenti. Naturalmente, anche arruolamento di nuovo personale nelle strutture territoriali e nelle Usca, e, pure, l’attivazione degli infermieri di quartiere. Il libro dei sogni nel quale sono ridefinite le traiettorie della rete ospedaliera calabrese in emergenza Covid era stato approvato dalla Regione il 18 giugno del 2020. E dopo l’integrazione del 3 luglio e il via libera del Ministero della Salute il 16 luglio di due anni fa, il Piano di gestione fu inviato al Commissario straordinario per l’emergenza nazionale, Domenico Arcuri, che lo validò e lo restituì alla Calabria alla fine di ottobre. Da allora, però, è tutto fermo, nonostante i tentativi del commissario-governatore Roberto Occhiuto di rianimare un sistema-salute agonizzante con parametri vitali impercettibili. Il problema è che la sensibilità del Servizio sanitario regionale non è cambiata. Il suo profilo intorpidito e attonito non sembra adatto a garantire livelli di assistenza e cure di qualità. Eppure il Piano era consistente con la realizzazione di 134 postazioni aggiuntive di terapia intensiva e altri 136 posti in terapia subintensiva. L'articolo completo potete leggerlo nell'edizione cartacea - Calabria