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Carenza di medici in Calabria, Misiti (M5S): "Il senso del non senso"

Massimo Misiti (M5S)

Mancano i medici in Calabria. Sull'argomento interviene il deputato dei 5Stelle, Carmelo Massimo Misiti: "Quale è il senso nel dichiarare che i sanitari tutti, dai medici agli operatori sanitari sono indispensabili per la salute dei cittadini? Qual è il senso delle campagne elettorali nelle quali tutti, dai professori universitari agli agronomi agli esperti di agricoltura, senza togliere o voler offendere nessuno, hanno una parola o addirittura proposte per una nuova sanità. I medici italiani, gli infermieri italiani sono tra i più bravi al mondo. Le scuole di medicina, il grado di professionalità le ricerche che vengono svolte dagli operatori, del comparto sanitario, italiani sono punto di riferimento in tutto il mondo.

Chi non si accorge di tutto ciò, o quanto meno dice di apprezzare il lavoro dei sanitari ma fa di tutto per ostacolarlo è il “gestore” del servizio sanitario e dei satelliti che in torno ad esso girano e lo fa in modo meschino e becero, approfittando del potere della comunicazione e dei media che lo incensa. Questo gestore non è una persona fisica ma il sistema. La gestione del servizio sanitario è stata demandata alle regioni, ma ognuna ha un proprio modo di governare, di gestire, molto spesso legato al “politico” di turno e agli ordini di partito a cui questo risponde (è sufficiente pensare alle reti ospedaliere, alle reti dell’emergenza urgenza, all’integrazione tra la sanità pubblica e privata convenzionata, o al ruolo dei vari assessori manager commissari). Mancano ospedali o meglio gli ospedali sono diventati vetusti, la loro distribuzione sul territorio dipende dal numero di abitanti, e tuttavia si pretende di costruirne altri o modificarne l’indirizzo chiamandoli con nome diverso, investendo su questi come edifici, come luogo di lavoro per gli amministrativi/burocrati e per far ciò si richiedono sempre più fondi.

Ma fondamentalmente mancano medici ed infermieri il numero e la formazione di questi è legato ad un numero chiuso che prevede un concorso, alla cui preparazione nessuno rinuncia, e che alle famiglie porta ed aggiunge dei costi. Ma nessuno pensa che ci sono corsi di formazione e tasse di iscrizione alle università mediche che non tutte le famiglie possono sostenere? Il diritto allo studio non è più garantito dalla Costituzione? E chi gestisce le assunzioni temporanee o le prestazioni aggiuntive ha mai fatto il conteggio, puramente economico, di quanto costano le prestazioni aggiuntive in particolare rispetto alle assunzioni a tempo indeterminato? Chi c’è dietro questo sperpero? Il pianeta sanità desidererebbe usufruire della stessa dignità degli altri cittadini e meno sfilate e parole al vento, ma il senso del non senso forse è proprio questo".

 

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